“Laddove la libertà di stampa non esiste, il pubblico si abitua ai sospetti; si crea fantasmi, li ingrandisce e se ne impadronisce”
Sono questi i fantasmi che stravolgono la mente dei fondamentalisti? Che conducono alla persuasione di poter effettuare la scalata al cielo attraverso il dilagare della violenza?
La propaganda ha leggi costanti e Morigi e Boccolini analizzano, in questo saggio che è unico nel panorama italiano, il rapporto tra Islam e mass-media e il ruolo di questi ultimi nell’acutizzazione dei conflitti. A leggere della possibilità di ricevere una fatwa per una battuta in un talk-show, o dei cartoons kamikaze utilizzati come propellente del fanatismo infantile, colpisce in particolar modo la dicotomia che pare destabilizzare il mondo musulmano: da un lato l’esigenza di modernizzarsi per uscire dal sottosviluppo culturale, facendo propri strumenti che appartengono ai “corrotti sulla terra”; dall’altro la necessità di non perdere di vista la fonte della vera fede, il Corano, ideologia religiosa e insieme consapevole strumento spiccatamente politico. Il versetto 110 della III Sura recita infatti: ”Voi siete la migliore nazione che possa unire gli uomini. Voi, invero, praticate il bene, impedite il male, voi credete in Dio”.
A leggere del dovere dell’obiettività piegato dalla manipolazione della propaganda colpisce come somigli alla storia di casa nostra, una storia di glorificazione del potere tanto più esaltatrice quanto meno autorevoli i meriti di chi la impone. La propaganda condanna il buon giornalismo all’estinzione e spoglia le notizie del loro significato e della loro natura, seppellisce i fatti impedendo loro di divenire realtà e smantella la circolazione delle informazioni per assicurare il consenso.
La propaganda ha leggi costanti, immutabili, eterne, quasi cosmologiche, un delirio logaritmico che soffoca il pensiero e crea sudditanza. Non c’è niente di più antidemocratico.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.