Alla terza edizione del Festival della Comunicazione di Camogli si parla di web, un tema essenziale del pensiero di Umberto Eco, ideatore della manifestazione insieme a Rosangela Bonsignorio e Danco Singer
La rete è diventata una figura abituale nelle nostre giornate e la sua presenza così continua esercita la sua influenza sulla nostra vita. Fra tecnologia e società, infatti, si sta creando un processo di nuova ingegneria sociale dove la rete ha tutte le attitudini per far crescere un sistema inedito di relazioni dinamiche che ridefiniscono strategie e poteri.
Si affaccia all’orizzonte un futuro apocalittico fatto di condizionamenti e persuasioni da grande fratello?
“Quando nasce un medium è sempre una fatina, ti incanta. Poi diventa un incubo – rivela Carlo Freccero nel suo intervento in omaggio a Umberto Eco sui Media apocalittici ed integrati –. Il problema di oggi è la manipolazione delle idee. E non esiste un solo centro di manipolazione. Il potere svolge entrambi i ruoli, di potere e di resistenza, perché in una società spettacolare anche l’opposizione diventa spettacolo. L’arma usata dai manipolatori è la propaganda – continua Freccero – ma una propaganda nuova, modulata sul singolo e non sulle masse: la rete può condizionarti meglio di ogni altro medium perché ti conosce, perché non è solo un mezzo di comunicazione di massa, è un mezzo connesso dove gli utenti sono attivi e partecipano loro stessi alla manipolazione. La nostra speranza – conclude Freccero – è riportare in vita il pensiero critico”. La rete presa in sé stessa è solo uno strumento e come tale non è né buona né cattiva. E’ il prodotto di un sistema sociale di cui rispecchia caratteristiche, contraddizioni e incompatibilità e come tale si presenta ricca di possibilità e di incognite.
“Bisogna insegnare ai giovani ad avere una sana diffidenza, a scappare dalla superficialità e dall’automatismo – interviene Mario Calabresi – perché tutto ciò che accade oggi non è mediato, arriva immediatamente sui social e noi siamo spettatori di tutto. Ciò crea un mondo superficiale dove l’unica speranza di trasmettere ai giovani la complessità è parlare loro attraverso i nuovi linguaggi, come Snapchat, senza perdere il nostro tono di voce, senza perdere l’autorevolezza”,
La rete risponde all’esigenza innata dell’uomo di comunicare e sta configurando la società come uno spazio dinamico e continuamente connesso dove i risultati di questa interazione non sono prevedibili.
Aiuterà a diminuire le ingiustizie sociali attraverso la collaborazione tra gli individui? Oppure renderà più rigidi e insormontabili i muri tra gli uomini?
Chiude il suo intervento con una speranza Massimiliano Fuksas: “Siamo un mondo che sta cominciando a vivere insieme. Faticosamente. Stiamo cominciando a comunicare”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.