Garibaldi era un foreign fighter?

Profughi convenzionali dopo un bombardamento Israeliano convenzionale. Beirut 2006

Questo blog è un esercizio di libertà. Quello che viene scritto e pubblicato è totalmente difforme da quello che le leggi del marketing consigliano di veicolare al fine di far quattrini.

È una scelta quella di svincolarsi dalle regole che una classe politica inadeguata impone a chi fa comunicazione. Vado oltre. Siamo davanti a politici che fanno produrre e divulgare ignoranza.

La litania è: l’ha detto la televisione – l’ho letto sul giornale – l’ho sentito alla radio.
Come se questi strumenti avessero vita propria e potessero produrre informazione non contaminata. Se alla radio parla un cretino, sentirete, senza tema di smentita, delle scemenze.

Prima di pubblicare le notizie bisogna sempre verificare le fonti, la loro attendibilità, e poi farsi un’idea precisa dei fatti, magari alzando il sedere e andando sul posto a vedere, capire, chiedere, informarsi. E se si deve scrivere di fatti che hanno radici nel passato, bisogna studiare e poi ancora studiare. Se un operatore dell’informazione è a libro paga di un movimento o di un partito, tutta questa fatica se la risparmia e aspetta che gli venga passato il pezzo da diffondere. Vi siete mai soffermati a riflettere sui foreign fighters? Sono immigrati di terza e quarta generazione, provenienti in gran parte da Francia e Inghilterra che, per credo religioso, vanno a combattere all’estero compiendo atti di terrorismo in guerre non convenzionali (cfr. Andrea Manciulli, PD, vice presidente Commissione esteri della Camera e Presidente della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della Nato).

Come Garibaldi, l’eroe dei due mondi? O come i crociati che in una guerra semi convenzionale e vestiti come straccioni, quindi non sempre convenzionali, stupravano, rubavano e uccidevano? O i cittadini norvegesi di origine kosovara che tornavano a casa per combattere i serbi?

L’aereo Pippo della RAF che tra il 1943 e il 1945 bombardava consciamente civili uccidendo bambini, vecchi e donne, era un terrorista in una guerra convenzionale?

E cosa sarebbe questa fantomatica guerra non convenzionale? Cos’è convenzionale?
Mi immagino i discorsi: “allora, voi siete i verdi, noi i rossi, voi di là, noi di qua e facciamo una guerra convenzionale”.

Le donne, i vecchi e i bambini ammazzati a Gaza rientrano nella definizione di atto terroristico, di guerra non convenzionale ma giustificabile, o non ci conviene intervenire perché c’è di mezzo Israele?

Non dico di avere tutte le risposte, non le ho e sarei bugiardo se affermassi il contrario, ma cerco di capire, e per farlo studio, leggo, mi confronto. Non sono parte del popolo bue che va al macello in silenzio. E non mi faccio attirare in sterili discussioni salviniane (e non accetto obiezioni su questo schifo di parola dopo che è stato sdoganato il termine petaloso), dove o stai con i cristiani o con i musulmani. Ci sono cialtroni in entrambi gli schieramenti e le dispute religiose non mi appassionano. Anzi, sono convinto che eliminando le motivazioni religiose, gli opulenti guerrafondai di ogni parte del mondo faticherebbero a trovare buone scuse per reclutare giovani e mandarli a bombardare villaggi di poveracci in Medio Oriente, o per fargli indossare un giubbotto imbottito di esplosivo.

Circa la corretta informazione vi consiglio di visionare questa chicca d’ignoranza:

Fabio Palli

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

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