Il fenomeno giuridico è una manifestazione tipica della società e il diritto è la meta del progresso civile dell’uomo. Società e diritto sono connessi intimamente, come sono connessi intimamente la società e lo Stato. Friedrich Hegel considerava lo Stato come il culmine e la sintesi della vita etica di un popolo. Non è corretto concepire il diritto in un senso solo normativo, come un sistema di disposizioni destinate a un gruppo sociale e avulse da qualsiasi altra regola di natura diversa da quella giuridica, per esempio le regole morali.
Il diritto costituzionale, in particolare, deve avere una visione che trascenda la sfera dominata dalle regole scritte, per poter gettare uno sguardo più ampio sulle istituzioni che queste regole pongono in essere, sulla politica, sull’evoluzione che gli organi di governo e le procedure potrebbero avere nel tempo.
Il funzionamento di una costituzione non dipende solo da quanto vi sta scritto all’interno ma anche dal contesto politico che si viene a creare nella società.
Quando si mette mano a una riforma costituzionale, dunque, si dovrebbero avere ben presenti le debolezze e le contraddizioni del cuore umano perché la Costituzione, nel suo significato più intrinseco di legge suprema, non può avere nessun’altra norma di rango superiore che la protegga e deve trovare in sé stessa la propria tutela e garanzia.
La Costituzione italiana nasce per proteggerci dalle derive autoritarie e dagli orrori spaventosi che hanno dilaniato l’Europa nella seconda guerra mondiale. L’uomo qualunque sembra averlo dimenticato.
Spento l’entusiasmo partigiano, spente le paure dell’olio di ricino e di treni che non ritornano, l’interesse politico degli italiani si è assopito e, insofferente ad ogni impegno che comporti una seria analisi, affida al televoto la riforma costituzionale e il proprio futuro.
Finché non giungerà un altro ometto a dire: “Avrei potuto fare di quest’Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.