Guardando le ultime dall’Italia e dal mondo canticchio con la mente un gingle che è la colonna sonora di una marca di automobili. Non mi interessano le auto e non mi piace la musichetta però non riesco a fare a meno di ripercorrere le note di quell’irritante refrain.
Simone Regazzoni è da qualche tempo il protagonista dei social dove imperversa con citazioni (tutte dotte), accuse di “vecchiume doloso” ai suoi colleghi di partito anagraficamente scandalosi, dove propone soluzioni per risollevare questa città sepolta viva da mezzo secolo e, non ultimo, strizza l’occhio anche a quelle fasce di elettori non proprio morbidi con le amministrazioni che gestiscono i profughi con eccessiva leggerezza per i cittadini e per i profughi stessi.
Alcuni opinionisti lo accusano di sovraesporre il suo comitato “Salviamo insieme Genova” con il rischio di dare solo disturbo e trasformare la sua campagna elettorale in un fastidioso ronzio.
Regazzoni è entrato a gamba tesa nella classe dirigente del PD, etichettando Mario Tullo, Claudio Burlando, Pippo Rossetti, solo per citarne alcuni, come pezzi da museo destinati a essere rottamati.
Chi mi ricorda? Ma andiamo avanti.
Credo che gli illustri opinionisti nostrani abbiano sottovalutato le strategie del “popfilosofo”, come viene spesso definito.
Ammesso che il PD decida di fare le primarie e che lui non sia considerato un candidato gradito, Regazzoni e il suo staff hanno certamente preparato da mesi la strategia che prevede comunque la sua partecipazione con una lista civica che produrrebbe una bella emorragia di voti al PD. Per non lasciare fuori nessuno dal suo ring, l’aspirante sindaco ha tirato per il colletto anche Walter Massa, presidente di Arci Liguria che, da uomo di grandi capacità comunicative e avvezzo ai confronti con la politica, ha ribadito la posizione di autonomia dell’ARCI sottolineando che l’associazione di cui è presidente valuterà con attenzione le proposte e saprà dove indirizzare il voto.
Un ammonimento a non calcare la mano? Credo proprio di sì.
Un aspetto caratteriale di Simone Regazzoni non va sottovalutato. Non ha timori reverenziali, ha picconato il gruppo dirigente del PD senza guardare in faccia alcuno, sa dove vuole arrivare e ha un carattere battagliero. Chi, dopo Cerofolini, ricorda un Sindaco con queste caratteristiche?
Punta il dito, ha risposte per tutto e tutti, ha (sembrerebbe) le idee chiare su tutto. Non mi meraviglierei se, contrariamente a quanto succede di solito, con largo anticipo presentasse la sua “squadra” per far digerire agli elettori anche i futuri assessori.
Qui, nella città dormiente, ci si aspettava di tutto – cioè niente – tranne che un candidato sindaco che a mesi dall’inizio della campagna elettorale, fa webvolantinaggio a tutto spiano, ci abitua alla sua faccia, offre opportunità di cambiamento, dà soluzioni.
In un paese che vede contrarsi la lettura dei libri del 20% e dove il 9% non ha alcun libro in casa, fossi nei competitori elettorali di Regazzoni non mi limiterei a dare giudizi superficiali sull’autocandidato sindaco-filosofo. I manifesti elettorali costano, il web è molto più economico e le statistiche in merito sono chiarissime. Forse il denaro non è più la discriminante decisiva per vincere le elezioni.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.