Genova – Quindici minuti serrati di chiacchierata con Stefano Bernini, Vicesindaco di Genova e Assessore all’Urbanistica, per fare un bilancio di questa amministrazione e gettare uno sguardo alla strategia del PD per le prossime elezioni comunali.
Le autocandidature di Simone Regazzoni ed Emanuele Piazza, Assessore allo Sviluppo Economico della giunta in carica, non rappresentano un’alternativa valida perché “i personalismi hanno portato il centro sinistra a delle sonore sconfitte” – dichiara in apertura Stefano Bernini -“non ho mai creduto all’uomo salvifico che possa, grazie alle sue capacità, risolvere i problemi della città” – e aggiunge – “oggi più che di un filosofo forse abbiamo bisogno di un candidato che possa essere il sindaco popolare e capace di raccogliere i bisogni della popolazione genovese”.
Nessuna anticipazione sul nome del candidato condiviso ma la conferma che il Partito Democratico necessita di un confronto diretto nei Municipi con i cittadini per preparare un programma che sia condiviso da molti.
“Per dieci anni ho fatto il Presidente di Municipio (VI Medio Ponente, N.d.A.) e continuo a pensare che sia l’area più adatta per riuscire a formulare un’ipotesi di governo del territorio”.
Il giudizio sul lavoro dell’amministrazione del Sindaco Marco Doria è evidentemente positivo visto il ruolo che Bernini ricopre, ma ammette una scarsa capacità di comunicare ai cittadini i risultati raggiunti.
“È un’amministrazione che ha affrontato fin dall’inizio nodi grossi – continua Bernini – e che ha cercato di puntare anche sull’innovazione delle infrastrutture” pensiamo al piano urbanistico che modificherà la viabilità della città alleggerendo il traffico nei centri abitati e favorendo una maggior scorrevolezza del traffico merci, alla realizzazione della strada a mare, all’assegnazione dei lavori per il nodo di San Benigno, agli Erzelli e al polo tecnologico che sembra riprendere vita dopo anni di mesta sonnolenza.
“Tutte queste cose costituiscono una visione di città che, naturalmente deve essere condivisa” – conclude Bernini – “ ma che si scontra e si è scontrata con il fatto che una parte di decisioni dipendono da scelte regionali che non sempre dialogano con il Comune e una grossa fetta dipende dalla portualità”.
Sull’ordinanza anti movida (ma perché anti?) le perplessità del Vicesindaco sono evidenti quasi avesse la consapevolezza che gli assessori preposti non abbiano fatto il possibile affinché commercianti, clienti e cittadini potessero trovare un equilibrio che accontentasse tutti. Ma questa è una nostra opinione.
Rimane il fatto che il prossimo sindaco dovrà rimettere mano a questo problema che rappresenta un nodo cruciale per molti imprenditori del centro storico.
Alla fine dell’intervista, due parole sul tema controverso dei centri di accoglienza a Genova e il caso virtuoso dei migranti di Coronata.
L’idea che ci siamo fatti è quella di un Vicesindaco che su molti temi si è trattenuto per non scontrarsi con altri soggetti istituzionali. Probabilmente, in vista di una sua candidatura a Sindaco nel caso il PD scegliesse di andare alle primarie.
L’altra sensazione è che non ci sarà un Doria bis.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.