Genova – I venerdì tematici promossi dalla lista civica Ge9si continuano con un argomento spinoso e di non facile soluzione: il centro storico. Apparentemente applicare il buon senso sembrerebbe l’unica medicina possibile. Ristabilire l’ordine, la sicurezza e la legalità sono ricette che potrebbero portare il più importante centro storico d’Europa ad un recupero anche estetico che probabilmente ha visto solo in tempi molto remoti. Di fatto il nostro centro storico ha vissuto, nei decenni, l’avvicendarsi di varie tipologie di delinquenza, quasi sempre concentrata in zone limitate. Oggi i personaggi che vivono di espedienti, piccoli furti e spaccio sono diffusi su un territorio più ampio ma è anche maggiore, per fortuna, la presenza di genovesi che cercano di riappropriarsi di spazi per troppo tempo degradati. Oggi i caruggi sono più sicuri di molti anni fa, ma ciò non toglie che i recenti fatti di violenza richiedano ulteriori e più decisi interventi da parte delle forze dell’ordine, non tanto in fase repressiva quanto preventiva. Di certo il prossimo primo cittadino dovrà intervenire immediatamente nel processo di svecchiamento della Polizia Municipale e magari pensare a corsi di addestramento che permettano ai Vigili di intervenire nelle emergenze rischiando il meno possibile.
Arcangelo Merella fa il punto anche sulla qualità del commercio, ad esempio in Sottoripa, e sull’eccessiva presenza di negozi pseudo etnici che in realtà vendono paccottiglia. “Centro storico che invece di essere un’opportunità è un problema, a causa del degrado soprattutto in certe zone dove è poco sicuro muoversi. Occorre intervenire con processi di forte riqualificazione – continua Merella – e agire per settori. Il tratto di Caricamento fino a Piazza Raibetta è quello più esposto al rischio. Valutare seriamente di riaprire gli archi in Sottoripa, dove sono presenti i piccoli bar, dandogli magari una ricollocazione su Piazza Caricamento, in modo da dare aria, respiro e luce a un pezzo di città che sta diventando una enclave per disperati”.
Crediamo che il problema, oltre alla qualità delle merci, sia anche il controllo della situazione fiscale di molti negozi gestiti da stranieri. Se è vero che moltissimi sono commercianti onesti e quindi abbiano il diritto di stare dove stanno, molti altri fanno della vendita di alcolici scadenti a prezzi bassissimi il loro principale giro di affari, magari vendendo i cosiddetti chupiti anche ai minorenni.
Insomma tanto lavoro da fare, tante macerie da togliere e certamente una movida da regolare con maggiore saggezza e chiedendo consiglio a chi è veramente esperto in materia, banalmente chi gestisce un locale pubblico.
Vietare tanto per far vedere che si fa qualcosa serve solo a penalizzare chi lavora in maniera onesta.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.