Genova – Nove Municipi, nove Presidenti, le questioni aperte, i problemi irrisolti, la voce dei cittadini, dei commercianti e delle associazioni.
Il nostro viaggio nei Municipi genovesi oggi esplora la Bassa Valbisagno. Grande, per popolazione residente, come Savona, è il secondo Municipio più popoloso dopo il Centro Est. Comprende le unità urbanistiche di Sant’Agata, San Fruttuoso, Quezzi, Fereggiano, Marassi e Forte Quezzi.
È il municipio con più follower su Facebook.
Umberto Solferino, presidente del CIV Corso Sardegna
Cosimo Gastaldi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Municipio
Dati tecnici della galleria scolmatrice del rio Fereggiano
L’apertura del cantiere per l’avvio dei lavori a mare si inaugura il 7 aprile 2015, per una durata prevista pari a circa tre anni e un mese.
La galleria scolmatrice, unico esempio tombato e non a cielo aperto, avrà una lunghezza di 3.717 metri di cui 909 già esistenti e realizzati negli anni ’90.
La portata massima smaltibile con funzionamento in pressione è pari a 160 m3/s, di cui: 111 m3/s scolmati dal Fereggiano, 26 m3/s dal rio Rovare e 23 m3/s dal rio Noce. Il valore di 111 m3/s, assunto come portata di progetto per il Fereggiano, corrisponde alla portata massima di piena verificatasi durante l’evento alluvionale del 2011; per confronto, il valore della portata duecentennale indicato dal Piano di Bacino risulta pari a 87 m3/s.
Il budget prevede un investimento pari a 45 milioni di euro.
Vedi il QUADRO ECONOMICO
Stefano Lanzarotto, portavoce del comitato Contro la Cementificazione di Terralba
Per cosa si batte il comitato Contro la Cementificazione di Terralba?
Il comitato è nato a fine 2011, a difesa delle aree ferroviarie di Terralba e delle zone urbanizzate limitrofe, in opposizione alle previsioni del nuovo Piano Urbanistico Comunale di Genova – il PUC, all’epoca appena pubblicato – che costituiva sull’intero scalo ferroviario una specifica scheda urbanistica: il Distretto di Trasformazione 2.06.
Tale distretto, in estrema sintesi, prevedeva una diffusa cementificazione, indici piuttosto elevati, nessuna limitazione di altezze, massima libertà alle destinazioni d’uso ivi insediabili (abitazioni, uffici, alberghi, attività commerciali e parcheggi).
Ci siamo battuti per quattro anni per cercare di spiegare ai politici e ai funzionari del servizio urbanistica le ragioni per cui, come cittadini, consideravamo, e consideriamo tutt’ora, tali previsioni completamente sbagliate e fortemente dannose per il quartiere e per la città.
Non è stata solamente una battaglia per il no, ma anche una sfida propositiva, nella quale abbiamo portato singole soluzioni di utilizzo di queste aree e di miglioramento del quartiere.
L’esito finale, al termine dell’iter approvativo del PUC nel dicembre del 2015, è stato più che positivo in quanto tale Distretto è stato eliminato e sulle aree ferroviarie è stata ripristinata la destinazione a servizi ferroviari. Non possiamo però ritenerci del tutto soddisfatti in quanto non è stata accolta nessuna delle proposte del nostro comitato e non possiamo ritenere che ci sia stato un ascolto dei cittadini ma piuttosto un semplice “passo indietro” dell’Amministrazione, più per motivi di problematiche evidenziate e riscontrate come il piano di bacino o la crisi economica, che per motivi di libera scelta.
Conclusosi il percorso approvativo del PUC e il motivo per cui eravamo nati, abbiamo comunque proseguito il nostro impegno interessandoci ad alcune problematiche inerenti il quartiere nel quale viviamo e l’intero territorio cittadino.
Di che cosa avrebbe più bisogno la Bassa Valbisagno?
Alcuni temi di grande importanza per la sua vivibilità riguardano la viabilità veicolare, in particolare per S.Futtuoso stretta fra i monti e la barriera ferroviaria.
Poi sarebbe opportuno prevedere una fermata della linea metropolitana, che potrebbe agevolmente raggiungere l’ospedale S.Martino, il quartiere omonimo e quello di Albaro. Si potrebbero prevedere percorsi ciclabili e pedonali ad oggi inesistenti e una linea tramviaria di collegamento di tutta la Val Bisagno.
Occorrono parcheggi in struttura per liberare le strade e recuperare gli spazi da utilizzare per porre in essere i progetti che abbiamo indicato sopra.
In un municipio così popoloso, trafficato e cementificato, servono aree verdi comode e centrali, non sulle alture, realizzabili, ad esempio, nelle aree ferroviarie e nell’ex Mercato di corso Sardegna.
Infine, bisognerebbe impedire la realizzazione di nuovi centri commerciali che causano la desertificazione del territorio.
Il Municipio si è dimostrato sensibile alle vostre istanze?
Purtroppo la nostra personale esperienza con il Municipio III è stata alquanto frustrante.
Tutti i nostri tentativi di interloquire e far presenti le problematiche che ritenevamo importanti o che il Municipio stesso dichiarava oggetto di percorso partecipativo (progettazione di Piazza Martinez), si sono scontrati contro un muro, ad esclusione di alcuni singoli consiglieri con i quali, in molti casi, ci siamo apertamente confrontati e abbiamo condiviso molti nostri punti di vista.
La “partecipazione” è una parola che è stata spesso usata dalla nostra Amministrazione locale così come la frase “il Municipio è la casa dei Cittadini” ma nel nostro caso queste parole si sono rivelate solo dei semplici slogan, senza alcun effettivo riscontro.
Cosa si poteva fare di più o meglio?
Riteniamo sia necessario un maggiore ascolto da parte della classe politica nei confronti della cittadinanza. Un ascolto privo di pregiudizi, che non abbia già in tasca soluzioni aprioristiche da far “passare” a tutti i costi, in particolare quando le istanze riguardano non la difesa di interessi dei singoli, ma quella di interessi generali.
Una maggiore trasparenza nel comunicare alla cittadinanza le informazioni e più collaborazione nel mettere a disposizione la documentazione di eventi o progetti, in particolare quando questa venga espressamente richiesta.
Quando un argomento, un progetto o una tematica sono di forte interesse pubblico, riteniamo sia necessario realizzare un percorso partecipato trasparente nel quale approfondire le problematiche e sviscerare le possibili soluzioni prima di prendere qualunque decisione o avviare progetti e iter realizzativi che altrimenti verranno contestati in fase ormai avanzata, peraltro con forti disguidi temporali e inutili danni economici.
Massimo Ferrante, Presidente del Municipio
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Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.