Genova – Torna in Sala Rossa la delibera di aggregazione Amiu-Iren Ambiente che dovrà essere votata entro fine marzo, salvo proroghe. In tale data, infatti, sarà approvato il bilancio comunale nel quale andrà inserita la TARI.
Tanti i quesiti ancora in sospeso, primo fra tutti: il Piano Industriale Metropolitano approvato nel 2014 poteva risolvere i problemi di AMIU?
Perché il progetto di porta a porta spinto attivato ad aprile 2016 in due quartieri genovesi e che ha fatto registrare percentuali molto elevate di raccolta differenziata è, di fatto, fermo?
Perché queste percentuali non fanno notizia?
E ancora: Rete a Sinistra ha raggiunto un accordo col PD e voterà a favore?
Facciamo il punto con Federico Valerio, Antonio Bruno e Gianni Pastorino.
Il piano metropolitano del 2014 è davvero un progetto innovativo e “se fosse andato in porto – sottolinea Federico Valerio, chimico ambientale e collaboratore del comitato Gestione Corretta Rifiuti – Genova sarebbe diventata la prima grande città con un sistema di raccolta porta a porta di prossimità su tutta la sua area, con percentuale e qualità elevate”.
Le città sono una miniera urbana di materiali di scarto. “Ogni giorno vengono prodotte oltre 600 tonnellate di acciaio, alluminio, rame, cellulosa, vetro, polimeri di sintesi, biopolimeri – continua Federico Valerio – con un valore commerciale talmente importante da ripagare in due, tre anni, con la loro vendita, un impianto per la lavorazione dei materiali provenienti dalla differenziata come quello di via Sardorella. Noi pensiamo che i rifiuti siano qualcosa che puzza, che bisogna togliere dalla vista, in realtà sono una ricchezza che dobbiamo usare con intelligenza ”.
Esempio virtuoso di raccolta differenziata a Genova è il progetto pilota di Quarto Alto e Colle degli Ometti, 2.206 utenze coinvolte, che dopo soli sei mesi dall’avvio ha fatto registrare un’ 88% di RD. Questi risultati vengono presentati in Consiglio Comunale l’8 febbraio 2017, coperti dal silenzio dell’Amministrazione e dei media. Non se ne trova traccia neppure sul sito di AMIU. Perché?
“Probabilmente AMIU o il Comune – evidenzia Antonio Bruno, capogruppo di Federazione della Sinistra in Consiglio Comunale – non hanno l’interesse a pubblicizzare un’esperienza che, pur con tutti i limiti che sono emersi, ha portato in pochi mesi la raccolta differenziata dal 39% all’88%. Questo significa che è possibile arrivare a livelli altissimi ma che Iren non vuole arrivarci perché intende utilizzare parte dei rifiuti per i suoi impianti di incenerimento fuori Liguria”.
Non è la prima volta che a Genova si hanno esiti così clamorosi. Nel 2004, con la Giunta Vincenzi, era stato attivato un progetto analogo nei quartieri di Sestri Ponente e Pontedecimo, su proposta di Legambiente, Italia Nostra e Amici del Chiaravagna.
“Anche in questo caso – precisa Federico Valerio – i risultati sono stati ignorati. È curioso che la relazione di un progetto approvato dal Comune l’abbiamo fatta noi ambientalisti. La sensazione è che non si voglia dare dimostrazione che una grande città come Genova possa ridurre drasticamente la produzione di rifiuti indifferenziati. Questa sarebbe la morte delle discariche e degli inceneritori e forse non è gradito”.
Certo è, che spesso gli interessi politici ed economici pesano sul bene comune più del buonsenso.
E allora ci chiediamo: cosa farà Rete a Sinistra? Arriverà all’accordo col PD?
“C’è un’interlocuzione seria e non semplice col PD – riferisce Gianni Pastorino, capogruppo di rete a Sinistra in Regione Liguria – Noi abbiamo proposto una serie di punti da inserire in delibera per poter prendere in considerazione di votarla, ma le differenze non sono completamente appianate. Tuttavia, vista la situazione di AMIU, non si può partire da una posizione ideologica ma dobbiamo guardare alla posizione dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti”.
Molto scettica in proposito ULA, l’Unione Lavoratori AMIU, che in una lettera aperta ad ASCOM, Confesercenti, CNA e alla stampa cittadina, denuncia un Comune subalterno a Iren e pronto a scaricare sui lavoratori e sui contribuenti i costi dei disastri compiuti dalla politica.
“Le preoccupazioni dei lavoratori AMIU – rimarca Federico Valerio – con la realizzazione del piano metropolitano 2014, della differenziata spinta, della tariffazione puntuale e di tutte le 9 isole ecologiche previste sul territorio genovese, verrebbero meno”.
Nelle sue previsioni, infatti, AMIU stima uno scenario in evoluzione che arriverebbe ad occupare, per 100 tonnellate di rifiuti, ben 243 persone. Contro le 10 persone impiegate se i rifiuti sono conferiti in discarica o le 40 se conferiti in impianti di incenerimento.
Insomma, l’impressione è che, se tutto questo fosse messo in atto, Iren non avrebbe più interesse a entrare nel grande business dei 600.000 genovesi che producono rifiuti per un valore TARI di 126 milioni all’anno.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.