Luca Borzani dice no

Luca Borzani
Luca Borzani

Mi piace Luca Borzani. Gli invidio il lavoro che fa e come lo fa. Gli invidio pure la grande cultura e il suo modo umile di farla trasparire. Lo guardi e ti saluta, se lo guardi e esiti ti sorride, certo, come lo farebbe Zeman, ma intuisci che lo sta facendo.
Palazzo Ducale è uno dei pochi luoghi di cultura che ha portato a Genova centinaia di migliaia di persone che hanno mangiato, bevuto, dormito nella nostra città e che sono andate via ripromettendosi di tornare. Ne sono certo.
Insomma, se mi chiedessero di dire un “grazie” particolare a una persona lo direi a lui.
A volte penso che comprare la cultura e esporla non sia poi così geniale, che passate le mostre e incassato cento euro in più di quanto si è speso non sia un miracolo economico, che fare cultura è per prima cosa produrla, ma è anche vero che quando mi trovo a ragionare così mi sembra di essere un pensionato davanti a uno scavo pensando che io avrei fatto meglio e più in fretta. Le chiacchiere stanno a zero i premi li metti in bacheca.
Leggere la lettera di Luca Borzani che si smarca dalla candidatura a primo cittadino mi ha riempito il cuore di gioia. In prima battuta perché non avrebbe avuto il passo per governare questo, passatemi il termine, casino politico, fatto di frammentazioni e assimilabile a una guerra fra bande, e poi perché dopo pochi mesi sarebbe stato ricordato come il Borzani che non ha salvato la città e non come l’uomo colto che ci ha messi in coda a vedere mostre straordinarie. Mi hanno stupito alcune sue affermazioni fatte in una sua lettera piuttosto articolata dove dichiara:

Oggi serve subito un programma elettorale condiviso, una squadra competente e soprattutto la rimessa in moto di energie di cittadinanza che superino l’inadeguatezza dei partiti. Questo devono fare alla svelta sinistra e centrosinistra, superando divisioni interne ed esterne. E a questo sono, fuori dalla candidatura, pronto a lavorare e contribuire. Genova può essere ancora un grande laboratorio civile. 

Mi preme però sottolineare che i partiti non sono il male così come un coltello è solo un oggetto con cui puoi tagliare l’insalata o ammazzare qualcuno. Qui manca una classe politica credibile, salvo eccezioni, e nella “società civile” ci possono essere persone per bene o cialtroni. E poi cosa sarebbe la società civile? E quella incivile? Sapete quale è il problema della politica oggi? Pensare alle posizioni che si riusciranno a ottenere alla fine del mandato, alla personale rendita di cui ci si potrà avvalere. Manca la volontà e la cultura di iniziare lavori importanti per la comunità sapendo che a beneficiarne sarà un altro sindaco. Manca la cultura, e non mi stancherò mai di ripeterlo, del bene comune.
Oggi, in questa confusione di idee, di  promesse fatte e non mantenute, il discorso di Pericle agli ateniesi sarebbe tacciato come populista. Ma qui in Italia facciamo così!

fp

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *