Genova – Settimana impegnativa e piena di colpi di scena. Prima il ritiro dai giochi elettorali di Simone Regazzoni che, con un pizzico di cattiveria, mi ha fatto venire in mente la frase di un democristiano doc, Giulio Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha” . Infatti le sue picconate alla dirigenza PD hanno, forse, fiaccato lui e non Alessandro Terrile a cui va riconosciuta la capacità di respingere gli attacchi senza rispondere “al fuoco”. O forse, con sapienza politica e buona capacità di analisi, si è ritirato per tempo da quella che lui ha sempre ritenuto una certa catastrofe elettorale. Vedremo come andrà a finire.
In rapida sequenza si è verificata l’epurazione di Marika Cassimatis per motivi che, a Beppe Grillo e ai fedelissimi sembrano leciti, ma a noi ricordano un certo “ventennio”. Rivisitato, ripulito, tecnologico e pieno di clic, ma che nella sostanza ne ricalca l’anima. A molti, e anche a noi in prima battuta, la scadenza accelerata della Cassimatis è parsa un errore strategico gravissimo.
Solo un folle sconvolgerebbe le regole democratiche decidendo in maniera unilaterale di obliterare il voto “popolare”, oppure un furbone che vuole testare l’indice di affidabilità degli iscritti.
Ma la domanda cui dobbiamo una risposta è un’altra. Cosa avremmo pensato se il PD nel 2015, viste le proteste di Cofferati e le accuse di primarie non regolari, avesse annullato la candidatura di Raffaella Paita? Sulla risposta a questa domanda pesa in maniera rilevante il fatto che il nostro concittadino di Sant’Ilario non è simpaticissimo e il PD è considerato da moltissimi un “partito democratico. Sta di fatto che Raffaella Paita ha perso le elezioni e Pirondini non ancora.
L’altro aspetto molto più appassionante, riguarda il “test di fedeltà” che Grillo ha lanciato sul suo blog. “Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me”.
Per parlare di fiducia in un momento di totale disaffezione alla politica da parte dei cittadini ci vuole un gran coraggio. Ma non finisce qui. Se Grillo avesse pensato che, visti i risultati di Roma, sarebbe stato meglio fare una figuraccia subito per rimanere all’opposizione, dove si può tranquillamente puntare il dito e non avere responsabilità? Domande cui non avremo mai risposta. Di una cosa abbiamo la certezza: il Movimento sta facendo le pulizie di primavera. Via quelli che dubitano, e dentro quelli che sono disposti a obbedire senza discutere. Nel “nuovo ordine” a 5 stelle non ci sarà spazio per un pensiero che non sia unico. Sta per colmarsi il vuoto lasciato dalla destra sociale che un tempo era rappresentato dal MSI.
Il Centro Sinistra, secondo noi, convergerà su Crivello. I cardini della sua candidatura sono l’onestà e la fattività sul territorio. Un po’ come lodare un impiegato perché lavora tutti i giorni e non ruba in ufficio. Certo che abbiamo un gran concetto della politica!
Sarà davvero lui l’uomo della sintesi? Ieri è arrivata a Genova Giorgia Meloni per incontrare Stafano Balleari, unico candidato di un partito nazionale e che da diversi mesi fa campagna elettorale sui social. Presenti Giovanni Toti, Matteo Rosso, Ilaria Cavo, Giovanni Berrino e, ovviamente Stefano Balleari. Al di là della passeggiata per le vie del centro storico e i convenevoli di rito, la riunione in Regione non ha prodotto risultati apprezzabili.
Vi diamo la nostra opinione. La prima possibilità Marco Bucci come candidato sindaco e Balleari come vicesindaco. Un manager e un politico. Scendono le quotazioni di Marco Gemme. Ieri Giorgia Meloni ha riproposto il “listone” che non sappiamo quanto sia gradito agli alleati. Di certo Fratelli d’Italia non ha abbastanza candidati per fare una sua lista. Certo che Ilaria Cavo sarebbe una candidatura importante, un pezzo da 90, ma la sensazione è che il centro destra non abbia pronto un programma adeguato e soprattutto non abbia i nomi per coprire gli assessorati. Una sconfitta farebbe scendere le quotazioni della Cavo e quindi non pensiamo che Toti la voglia rischiare. In questi giorni Berlusconi ha avanzato anche la candidatura del manager Giancarlo Vinacci. Non gradito a Giovanni Toti e, secondo Giorgia Meloni, neppure al territorio, riteniamo che Berlusconi abbia appoggiato la sua candidatura come fece per Marchini a Roma e Parisi a Milano. Sappiamo tutti com’è finita.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.