Genova – Ci piace capire, ma per farlo bisogna chiedere. Tante sono state le illazioni e le inesattezze che hanno seguito il comunicato di ieri, con il quale Sinistra Italiana si dissociava dai tavoli civici genovesi.
C’è anche chi ha attribuito l’origine dello strappo alle associazioni che dei tavoli erano state promotrici, cioè ANPI, ARCI, CGIL e San Benedetto, sbagliando non solo la parafrasi del comunicato ma fraintendendo anche il profondo significato politico di questa lacerazione.
“Crivello è la risposta debole di un mondo che si vuole chiudere mentre c’è bisogno di una risposta forte per un mondo che si vuole aprire”.
Ecco, la spiegazione sta tutta qui, in questa frase di Gianni Pastorino, capogruppo in Regione Liguria di Rete a Sinistra. Lo abbiamo incontrato questa mattina per un’intervista nel bel mezzo della bufera mediatica.
Le prime parole che pronuncia sono di accusa verso la dirigenza del PD genovese: ”Già nel primo incontro, circa dieci giorni fa, si è cominciato a parlare di una candidatura che era maturata nel PD, cioè Gianni Crivello, presentata come quella di maggiori possibilità secondo un sondaggio interno che nessuno ha mai visto” e poi, rivolgendosi con una punta di veleno ai suoi sedicenti compagni, esordisce: “Si è perso l’ABC della politica che prevede di delineare un accordo prima e di definire il candidato dopo. È chiaro, invece, che qualcuno con questo tavolo pensava di risolversi dei problemi interni che durano da mesi ed è stato usato il nome di Crivello”.
E il riferimento ai tavoli civici è il pretesto per parlare anche del fallimento del Partito Democratico: “Questo è il fallimento della dirigenza del PD che per quattro mesi si è cullata nell’ipotesi Borzani e che, in assenza della capacità di proporre programmi e candidature, ha cercato di tenere insieme un quadro senza basi programmatiche proponendo un candidato che, per quanto non sia iscritto al PD, per come è stato proposto appare decisamente di parte”.
Una risposta arriva anche ad Articolo 1 che ha accusato SI di boicottare la coalizione per una Sinistra ampia facendo prevalere scelte divisive: “Auguro ai rappresentanti di Articolo 1 un percorso assolutamente positivo e spero che sul merito ci incontreremo su alcune questioni. Mi sembra, però, che nessuno abbia parlato di questioni di merito se non Reta a Sinistra” e rilancia: ”Le accuse reciproche fanno male soltanto alla discussione. Ricordo che in politica esiste un prima e un dopo. È chiaro che se si esasperano i comportamenti del prima è difficile trovare delle convergenze sul dopo”.
Con le amministrative all’orizzonte, poi, tiene a precisare che “SI starà dentro a questo confronto elettorale. Ci piacerebbe fare un percorso civico con alcune esperienze che sono nate a Genova e che sono maturate in questo periodo, perché credo ci sia bisogno di politica”.
Il cerchio si chiuderà intorno a Effetto Genova e alla candidatura di Paolo Putti?
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.