Genova – Potremmo dire che la fase politica sta terminando per lasciare spazio alla campagna elettorale, che, come tanta altre, sarà fatta di polpette avvelenate e colpi sotto la cintura. In questi giorni su un quotidiano è stata pubblicata la lettera di assunzione della compagna di un politico piuttosto importante. Al netto del fatto che la signora in questione il posto se lo sarà certamente meritato, volevo sottolineare che fare nomi e cognomi è giusto se ci sono gli estremi per un reato penale.
Se non ci sono questi estremi, o se prima non si verificano le informazioni si fa un cattivo servizio. Sui social i messaggi di solidarietà si sono sprecati e, secondo me, qualcuno mentre scriveva il suo rammarico una risatina se l’è fatta di sicuro. Mi piacerebbe, però, che la correttezza fosse una sana regola di vita e che valesse per tutti e non una merce rara. Archivio questa notizia nel grande cestino delle porcherie.
Apprendo con grande gioia, per lui, che un candidato sindaco ha iniziato la giornata di sabato, calda e soleggiata, maneggiando gomene su una barca a vela che, occhio e croce, sarà una ventina di metri. Spero che la barca fosse sua e non di un armatore che lo pagherà con voucher. Mi viene in mente un tormentone che tutti conoscono.
“ A Genova, una mattina, un candidato si alza e senza correre va sulla sua barca a vela. Una mattina, uno che abita a Erzelli si alza e deve correre per cercare di arrivare a sera”. In un paese occidentale, democratico e capitalista è tutto perfettamente in regola, dal punto di vista della comunicazione, invece, è un disastro.
Dopo un breve periodo di assenza dai social, Simone Regazzoni, torna con un post al vetriolo sulla dirigenza del PD. Sembrerebbe che Gianni Crivello sia andato a cena nei dintorni di Torriglia, località rinomata per la qualità dei ravioli.
Sembrerebbe anche che il cuoco fosse Claudio Burlando. Niente di male in tutto questo ma poi diventerà difficle sostenere la posizione di indipendenza dal PD.
I lavoratori di Amiu incassano il secondo successo consecutivo. L’aggregazione Amiu-Iren fallisce e la Giunta non fa una bella figura. A parere nostro, prima o poi una qualsiasi aggregazione verrà fatta, con chiunque voglia comprare la spolpata Azienda di Igiene Urbana. Cari lavoratori preparatevi perché siete pesciolini in un mare di squali. Ma i genovesi lo sapranno chi ha devastato i bilanci di Amiu?
Uno stratega come pochi. Ha proposto di ritirare la delibera di aggregazione perché si è reso conto di non avere i numeri per farla passare e dando colpa al CentroDestra. Non ci risulta che negli ultimi 10 anni abbia governato la Destra. Chiede anche di tenere bassa la Tari prendendo, in parte, le risorse dal bilancio del Comune. In soldoni, dà la colpa agli avversari politici e non si fa nemica la Signora Gina, Pina o Rina quando arriverà la tassa da pagare.
Direttore d’orchestra di un Consiglio Comunale allo sbando. Aplomb inglese e grande personalità, ha attraversato 3 Repubbliche senza subire danni.Non abbandona la nave che affonda e in una conferenza stampa parla di tradimenti e traditori. Probabilmente la discussione della delibera non si poteva fare prima per dettagli tecnici, certo che farla in questo momento di campagna elettorale dove conta prima la politica della città è stato un atto suicida.
Giovane che osa di “Genova che osa”, viene contestata più volte dai lavoratori Amiu che non le perdonano il cambio di rotta sulla delibera. Dal “non è per gli applausi” nel dichiarare il suo NO all’aggregazione all’ironia dagli spalti nei suoi confronti.
I due irriducibili nemici della delibera di aggragazione Non hanno mai mollato l’osso un attimo dando filo da torcere a una giunta che è ricorsa a tutti i mezzi leciti possibili vendere Amiu a Iren.
Gian Pastorino con la sua eloquenza, anche in lingua straniera, si guadagna la leadership di questo articolo.
Paolo Putti (con cravatta come da regolamento).
Ad un certo punto salta fuori un cartonato (di questi tempi se ne vedono parecchi) per rappresentare un Consiglio Comunale ingessato, senza fantasia e senza maggioranza.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.