“Io, Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della plebe, al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all’onere e all’onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale”.
Gianni Crivello come Celestino V?
Il paragone è volutamente forzato per due motivi. Celestino, colui che fece per viltade il gran rifiuto» era già stato eletto Papa, Gianni Crivello ha provato a non accettare la candidatura ma poi ha ceduto e si è lasciato trasportare dagli eventi.
Nella conferenza stampa di avvio alla campagna elettorale, tenuta nel Teatro della Società Operaia Cattolica a Certosa, l’intento è stato evidente. Cominciare dalle delegazioni, dove, lui di Rivarolo, ha fatto la prova generale per iniziare una faticosa scalata per arrivare al vertice di Palazzo Tursi.
Gianni Crivello rappresenta il salvagente di una sinistra “sinistrata” ed è anche l’unico nome spendibile in una coalizione dove il PD non sembra possa ricoprire il ruolo di capocordata.
All’assemblea Provinciale del Partito Democratico, che si è tenuta lunedì scorso alla Sala Cap di Via Albertazzi, Alessandro Terrile si è ripreso la leadership genovese del partito dopo le tante polemiche di Simone Regazzoni che nel suo silenzio improvviso e secondo noi tattico, conta su un incarico nella prossima giunta. Ma qui le ipotesi si sprecano.
Ha rintuzzato la candidatura di Manuela Arata e, apparentemente, ricompattato il partito.
A prima vista, la coalizione sembra tenuta assieme dal timore che il CentroDestra possa prendere anche la città, eventualità che metterebbe a dura prova il ruolo di alcune organizzazioni di volontariato diffuso che contano su un governo di CentroSinistra per poter avere nelle istituzioni un referente affidabile e generoso
Nel suo primo confronto pubblico, organizzato al Carmine da Genova Cambia di Simone Leoncini e #Genovacheosa dei giovani dell’ex Rete a Sinistra, abbiamo visto un Crivello positivo, a tratti convincente, ma un po’ provato.
Dire poco convinto sarebbe, forse, un errore, ma la sensazione è che di questa candidatura ne avrebbe fatto volentieri a meno. Ha iniziato il racconto del suo programma con voce alta e sicura per chiudere quasi sussurrando.
Fare il Sindaco è altro mestiere rispetto all’Assessore e in una città come Genova il primo cittadino subisce delle sollecitazioni importanti che non sempre si possono risolvere in modo operativo. Nonostante Gianni Crivello abbia svolto con grande capacità il ruolo di assessore ai lavori pubblici e alla protezione civile, avrà necessità di parecchie persone fidate che lo aiutino a resistere ai pericoli e alle trame della politica locale che spesso è peggio degli eventi atmosferici.
Un assaggiatore sarebbe perfetto.
A parer nostro non avrebbe voluto accettare questa candidatura, ha provato a resistere, per mesi. Poi ha ceduto. È una decisione che si può definire un atto di coraggio? Avrebbe fatto meglio a fare il gran rifiuto? A proposito di rifiuto, come finirà la questione Amiu?
A sentire le voci di corridoio sembrerebbe che Gianni Crivello si sia immolato per il bene della città.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.