Genova – Dopo una serie di delibere burrascose, divisioni interne alla maggioranza e abbandoni, Marco Doria ci racconta la sua versione di questi cinque anni di mandato e denuncia le difficoltà proprie di tutti i comuni italiani di reperire le risorse, e i vincoli di gestione determinati dalla necessità di contenere i costi: “Non c’è stata la libertà di assumere tutte le persone che erano necessarie e i dipendenti comunali sono molto più anziani di quando mi sono insediato”.
Nelle parole del Sindaco non c’è solo la delusione per i contratti bloccati e i dipendenti andati in pensione che non sono stati rimpiazzati. C’è una critica più ampia a un sistema che scricchiola: “Una difficoltà non solo genovese ma nazionale, anche francese se vogliamo, è la disgregazione del sistema politico. Io come Sindaco mi sono sentito spesso molto solo: non c’era un sistema di partiti, di organizzazioni sindacali, coeso e che sostenesse l’azione del Sindaco. I sindaci, in generale, sono molto isolati in questa fase”.
Poi viene il tempo dei risultati, di quello che lo rende orgoglioso: “In questi anni di amministrazione il Comune di Genova ha investito molto per la messa in sicurezza della città. In cinque anni sono stati fatti sul Bisagno, sul Chiaravagna, sul Molinassi, sul Fereggiano e sui rivi minori, lavori che non erano mai stati fatti nella storia di Genova. Lavori che la città aspettava dall’alluvione del 1970”.
Lavori che sono sotto gli occhi tutti, come i turisti che finalmente affollano la nostra città: “Il rilancio turistico culturale di Genova non è arrivato al traguardo. Abbiamo ancora grandi potenzialità. Ma chiunque sia obiettivo e giri per la città, non può non riconoscere che in questi ultimi anni Genova ha fatto un grandissimo passo avanti”.
Quello che si racconta è un Sindaco consapevole delle criticità di alcune sue scelte e che non ci sta a farsi definire poco decisionista: “Contesto chi mi accusa di non essere stato decisionista. Nonostante tutte le polemiche, anche pretestuose, quando sono stato convinto di una cosa l’ho fatta, con grande coerenza”, e cita il trasferimento del mercato ittico a Ca’ de Pitta, l’ordinanza movida e il mercatino di Corso Quadrio.
Decisioni che hanno infiammato gli animi e sulle quali ancora si confrontano i candidati alle prossime amministrative.
Una lunga intervista, che tocca il tema dell’aggregazione Amiu, del bilancio di Genova Parcheggi S.p.A. e delle casse comunali: “Il Comune ha ridotto il suo debito e ha dei conti in ordine. Certo, sul bilancio grava la questione, ancora aperta, di Amiu ma non ci sono conti taroccati”.
Poi, inevitabile, una domanda sul suo futuro in politica: “A breve termine, potrò programmare delle ferie normali in agosto e certamente riprenderò il mio lavoro in Università, i progetti di ricerca scientifica” e aggiunge “sono una persona di sinistra e un cittadino che ritiene, in un momento storico come questo, l’impegno civile come una scelta molto utile per contrastare le derive di xenofobia, razzismo, intolleranza. Ma, per la verità, non ho ancora progetti. Non sto nascondendo dei piani segreti”.
Non si sbottona sui progetti post Tursi il Sindaco uscente e allora cerchiamo di strappargli un consiglio per il candidato del Centro Sinistra, Gianni Crivello.
Vi lasciamo al video.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.