Genova – Finalmente al Cimitero Monumentale di Staglieno viene data una rilevanza nazionale grazie al Sottosegretario ai Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni, che arriva a Genova e rinsalda la collaborazione tra il Comune, la Soprintendenza e la Associazioni sul territorio. Nell’articolo che abbiamo dedicato al nostro Cimitero Monumentale non ci siamo soffermati a rimarcare lo stato di grave degrado e abbandono di alcune aree perché sarebbe stato troppo banale. Abbiamo scelto di rappresentarne la sua bellezza. Speriamo che la visita di ieri sia l’inizio di un percorso di recupero che gli dia il giusto spazio tra i Cimiteri Monumentali europei.
L’ARCHITETTURA
“Il Camposanto di Genova, nel pieno e vero senso della parola, è un museo dell’arte borghese della seconda metà del secolo scorso. Il Père Lachaise e l’Albert Memorial sono nulla al confronto e la loro scomparsa non sarebbe una perdita grave fino a quando questa collezione esisterà”
Waugh, A Tourist in Africa, London 1960
L’ARTE
Esattamente sei anni fa.
Il tempo scappa vigliacco, o sono vigliacco io a lasciarlo andare via. Forse è vero che ognuno di noi ha un proprio tavolo del tempo dentro di sé, e sopra, ogni persona che passa lascia il suo segno. L’importante è non permettere alla polvere di fermarsi.
Scrivo a braccio, fuori fa un freddo cane e non ho voglia di preparare le interviste per domani. Ho deciso di godermi questo tempo e riflettere sulla mia giornata.
Ho alle mie spalle molte centinaia di libri che mi ricordano che non avrò abbastanza tempo per leggerli tutti, e davanti migliaia di foto scattate in tanti anni. Rifletto sul fatto che trattiamo questo mondo come se non ne facessimo parte. Tutto intorno a noi è movimento, evoluzione, forza e mutazione, ma rimaniamo immobili nelle nostre convinzioni fatte di piccoli egoismi e privilegi. E cosi’ alla fine ci ritroviamo ad essere vittime e carnefici di noi stessi anche se ripongo la speranza in un bacio o nel cercare di trasmettere il rumore del vento che soffia tra i rami . La voglia di sognare non mi fa percepire il degrado di una fabbrica abbandonata ma ne rivedo e sento le anime che l’hanno fatta vivere. Per contro, tutto è materia, anche la mutevole e apparente inconsistenza di un’onda che nasce, cresce e muore in un baleno. E riascolto all’infinito Firth or Fifth (1) per provare a me stesso che sono in grado di emozionarmi e forse di poter regalare qualche sussulto di stupore nel descrivere la vita come la vedono i miei occhi.
Con questo spirito è nata l’idea di una mostra sul Cimitero di Staglieno. Tante foto scattate assieme agli amici di un tempo. Alcuni pensavano di essere allievi ma non si rendevano conto di quante cose imparavo da loro. Nelle tre mostre realizzate sul Cimitero di Staglieno, quella che ricordo con maggiore affetto fu fatta all’Università di Genova, Balbi 4 , sotto la supervisione del Professor Franco Sborgi. Indimenticabile il suo corso di Storia dell’Arte Contemporanea, uomo di rara cultura e pazienza.
fp
(1) “Selling England by the pound”, Genesis, 1973
Un ringraziamento agli allievi e allieve dei miei corsi senza i quali le mostre su Staglieno sarebbero state impossibili da realizzare. Molti di loro sono ormai professionisti affermati e questo mi riempie d’orgoglio.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.
Da soli non si fa nulla. E senza di te non sarebbe stato possibile fare questo progetto.
Ricordo perfettamente quella mostra. Affascinante
bravi bravi
Caro Guru,
le tue parole -come spesso accade- mi hanno commossa.
Ti ringrazio per avermi reso partecipe di questo tuo progetto, ricordandomi quanto fu divertente ed eccitante collaborare con tutti voi per “Staglieno”.
Leggendo questo tuo articolo ho provato una bella sensazione.
Grazie.
G
Grazie G, fu veramente un’esperienza unica anche per un vecchio fotografo che ne ha viste tante.