Genova – “Si riparte da una città importante per la storia del Centro Sinistra”, ha detto ieri Roberto Speranza, sullo sfondo rosso del logo del partito, nel discorso di inaugurazione della sede genovese di Articolo 1, in via Dei Giustiniani.
Poi ha rilanciato sugli ideali: “In questa nuova fase che si apre abbiamo bisogno di usare due parole, spesso assenti nel nostro dibattito politico. Verità e umiltà. Se avremo il coraggio di farlo, sono sicuro che Articolo 1 potrà essere la forza politica che salva una storia”.
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Sulla posizione delicata del partito che, a Genova come in altre città d’Italia, sostiene il candidato del PD, ha precisato: “Noi lavoriamo per ricostruire il Centro Sinistra, a Genova, come a Palermo, come in altre città d’Italia. Il punto non è l’orizzonte politico, che per noi resta il Centro Sinistra, ma le politiche sbagliate fatte da Renzi in questi anni”.
Poi il ragionamento politico si sposta sulla vicinanza del Partito Democratico alla Destra: “È singolare che Renzi e il PD mettano un veto a Speranza, a Bersani, e non al dialogo con Berlusconi e Verdini”. Il punto, secondo Speranza, sono i principi e, infatti, ha ribadito: “Il PD è diventato un partito centrista che sembra guardare più verso destra che verso sinistra. Questo è in contraddizione con la vocazione del Centro Sinistra”.
In contraddizione con la vocazione del centro Sinistra è anche la parentopoli che salva le banche dei padri: “Sul caso Boschi ancora non vediamo elementi di chiarezza, siamo molto preoccupati. Il Ministro Boschi è venuto in aula, a dicembre del 2015, chiedendo la fiducia, che il Parlamento le ha dato, dicendo che non si era mai occupata di Banca Etruria. Dalle ricostruzioni sembra essere il contrario. Se il Ministro ha mentito di fronte al Parlamento è un fatto gravissimo e l’unica strada sono le dimissioni”.
Oltre a Banca Etruria, a complicare le cose, c’è in ballo la legge elettorale: “Per noi il punto di partenza è togliere i capilista bloccati e non avere mai più un Parlamento di nominati” ha scandito il messaggio, Speranza, lanciando un invito: “Su tutto il resto possiamo discutere, siamo disponibili da sempre. Ma se Grillo, Salvini, Berlusconi e Renzi pensano di mettere ancora i capilista bloccati e imporre ai cittadini un Parlamento fatto di nominati, noi non ci stiamo”.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.