Genova – Il Coordinamento ligure Gestione Corretta Rifiuti (GCR) ha incontrato a Palazzo Ducale, in una sala gremita nonostante la visita del Papa a Genova, i candidati Sindaco, per scoprire quali soluzioni abbiano individuato per risolvere i problemi di Amiu e suggerire una traccia di programma per il ciclo metropolitano dei rifiuti.
La proposta del GCR guarda al rispetto dell’esito referendario del 2011 sui beni comuni, che significa servizi pubblici gestiti da aziende pubbliche, e si basa sulla strategia rifiuti zero, che ha come obiettivo l’economia circolare.
“In particolare, ha sottolineato Mauro Solari, ingegnere del GCR, riteniamo che non sia accettabile una raccolta differenziata sotto il 65% né, tantomeno, la produzione di CSS che la Regione Liguria vorrebbe imporre”.
Il CSS, o Combustibile Solido Secondario, è ottenuto dalla parte secca dei rifiuti, cioè plastica, carta e fibre tessili, ed è un combustibile a tutti gli effetti che trova impiego nelle centrali elettriche, dove è bruciato per produrre energia, o nelle cementerie, in sostituzione dei combustibili tradizionali.
È qui che entra in gioco la diossina: sia i cementifici che gli impianti di produzione di energia elettrica, non hanno depuratori idonei.
“Non solo la combustione del CSS produce diossina – continua Solari – ma per smaltirlo il Comune deve anche pagare”. Come si dice: cornuti e mazziati…
Sul CSS c’è una nota curiosa che ci rivela l’ISTAT: dal rapporto su Popolazione e ambiente: preoccupazioni e comportamenti dei cittadini in campo ambientale, emerge una larga differenza di consenso, e dunque di fattibilità politica, fra termovalorizzatori, che generano altissima preoccupazione, e impianti storici come cementerie e centrali termoelettriche.
Se le persone fossero informate che in questi impianti vengono bruciati combustibili derivati dai rifiuti, si alzerebbe un po’ la soglia del timore?
“Le buone pratiche di gestione dei rifiuti – precisa ancora Solari – prevedono una strategia completamente diversa che, per Genova, dovrebbe cominciare con il raddoppio dell’impianto Amiu di via Sardorella (QUI il nostro servizio) e la produzione di biogas metanizzato da usare per autotrazione nei mezzi di Amiu e AMT”.
Se si vogliono attuare, le soluzioni sono tante.
La Liguria è importatore netto di ammendante agricolo, che serve alle aziende florovivaistiche dell’Imperiese: perché allora non produrre compost di qualità da rivendere?
Un altro dato importante sulla Liguria lo ricorda Renata Vela, referente regionale del GCR, che richiama l’andamento della produzione dei rifiuti: “In Liguria siamo produttori formidabili, nel 2014 siamo arrivati a 550 kg a testa”.
Ben sopra la media nazionale che il rapporto ISPRA Rifuti Urbani 2016 attesta intorno a 488 kg.
“Il primo passo è ridurre gli sprechi” non ha dubbi Vela, che aggiunge: “Dunque occorre promuovere il riuso. Solo dopo che si saranno attuate queste politiche per portare la frazione di RUR (Rifiuti Urbani Residui) prossima allo zero, si può parlare dei passi successivi”.
In Italia viene incentivata la produzione di energia ma “in realtà è uno spreco perché si recupera meno energia di quella che si spende per riprodurre la materia utile. Dall’indifferenziata, invece, è possibile recuperare materia con il trattamento meccanico-biologico (TMB)” conclude Vela che puntualizza: ”Noi siamo contrari al recupero energetico e riteniamo quella dei termovalorizzatori una strada sbagliata”.
Strade sbagliate sui rifiuti la politica ne ha imboccate tante e ci pensa Rossano Ercolini, Presidente di Zero Waste Italy, a snocciolare i nodi irrisolti.
“La situazione che state affrontando voi con Amiu, va ben oltre i confini della Liguria e ha una valenza nazionale dettata dal ruolo che hanno le multiutility”. Poi, insofferente ai giri di parole, attacca: “Io sostengo che le multiutility sono il vulnus della democrazia, quelle multiutility che si stanno spartendo la torta italiana e si giocano in borsa i territori come fossero solo tasselli di questo gioco”.
Ercolini, storicamente non tenero con gli intrallazzatori dei rifiuti, si spinge oltre: “Nel momento in cui gestiscono servizi di igiene ambientale, e si chiamano di igiene perché attengono alla salute, devono mettere la sovranità popolare nella condizione di intervenire in tempo reale per correggere eventuali storture. È una partita delicata e noi vogliamo vederci chiaro: qualsiasi operazione che non sia sottoposta a piena trasparenza, deve essere respinta”.
Due le domande fondamentali che muovono il ragionamento: come fa ad esserci chiarezza quando si mettono nelle mani dello stesso padrone raccolta e smaltimento? Qual è il core business delle multiutility?
Non ha dubbi il Presidente di Zero Waste Italy, che denuncia: “L’interesse è sullo smaltimento. Quanti soldi derivano dalla TARI? 140 milioni di euro l’anno solo a Genova. È un affare estremamente rilevante. Naturalmente questo ingessa tutto il sistema perché si penalizzano il recupero di materia e la differenziata. Il problema è che in Italia non paga mai nessuno, specialmente se i misfatti vengono fatti con i nostri soldi”.
Insomma, conclude Ercolini: “Si deve aprire una fase rivoluzionaria che abbracci la nuova cultura dell’economia circolare. I cassonetti sono giacimenti urbani. Nell’epoca della scarsità delle materie prime, bisogna estrarre dai computer, dagli I-phone, le terre rare, estrarre l’oro, l’argento, il rame, l’oro rosso. Dobbiamo intercettare questa cultura. Oggi, o vinciamo tutti o perdiamo tutti”.
IL COMUNICATO DI ULA, L’UNIONE DEI LAVORATORI AMIU
Le domande poste ai candidati
Che cosa ne pensano i candidati Sindaco del piano alternativo proposto dal GCR? Quali le soluzioni che avete individuato per la gestione dei rifiuti a Genova?
Le risposte dei candidati (clicca sul nome del candidato per guardare il video con l’intervento integrale)
Grande assente Gianni Crivello (Centro Sinistra).
In ordine alfabetico: Marco Bucci (Centro Destra), Marika Cassimatis (Lista Cassimatis), Arcangelo Merella (Ge9Si), Marco Mori (Riscossa Italia), Luca Pirondini (MoVimento 5 Stelle), Paolo Putti (Chiamami Genova) e Rossana Aluigi feat Cinzia Ronzitti (Partito Comunista dei Lavoratori).
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.