Genova – “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”. Così l’articolo 48 della Costituzione. Eppure è stato l’astensionismo il protagonista di queste elezioni amministrative.
Ne parliamo con Stefano Quaranta, deputato di Articolo Uno Mdp e componente della Commissione Permanente Affari Costituzionali, in vista del ballottaggio del 25 giugno prossimo: “È chiaro che i cittadini hanno manifestato disillusione, fatica e forse anche una critica rispetto al Centro Sinistra e all’amministrazione uscente”. Non nasconde le voci scomode e aggiunge: “Tuttavia ora serve una coscienza collettiva che si mobiliti in questi ultimi giorni. Non dobbiamo pensare che la democrazia e i diritti che abbiamo acquisito siano una cosa scontata. Credo che Genova non possa permettersi di rinunciare alle sue origini”.
Ancora più critico Simone Leoncini, Presidente uscente del Municipio I Centro Est, che denuncia: “Il vento dell’astensionismo ha dimensioni preoccupanti: meno di un cittadino su due ha votato al primo turno. E il dato è ancora più preoccupante se si guarda il profilo dei quartieri”. Infatti, fa notare Leoncini, “nelle aree popolari l’astensionismo è sempre più alto ed è un dato evidente di sofferenza sociale. C’è un pezzo di società che ormai sceglie in autonomia di non partecipare, e che ritiene che il voto nulla possa cambiare”.
Se lo Stato esiste come ente sociale, non è perché si tratta di un meccanismo animato, di una creazione miracolosa come il Leviatano di Thomas Hobbes.
Lo Stato è un prodotto della socialità umana, tenuto insieme dalla forza del diritto e, innegabilmente, dalle nostre azioni concrete.
Scegliere di non votare è legittimo, ma mette a rischio la vita democratica perché la Repubblica ha bisogno di ogni singolo voto per funzionare.
Il 25 giugno avete la possibilità di di rispettare voi stessi e chi è morto per darvelo questo diritto di voto: potete andare al seggio e non ritirare la scheda, facendo annotare dal Presidente le vostre rimostranze. Non sarete astenuti. Forse neanche ribelli. Ma è certo che non vi chiameranno indifferenti.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.