Genova – “Prendiamo atto con piacere che nelle ultime puntate di una campagna elettorale piuttosto povera di temi a noi cari, i due candidati sindaci che si misurano al ballottaggio hanno cominciato a pronunciarsi anche su tematiche ambientali”.
Così Andrea Agostini, Presidente del Circolo Nuova Ecologia di Genova, con toni educati ma senza usare mezze parole, attacca la politica genovese in una lunga lettera aperta ai candidati Sindaco, ed espone le proposte di Legambiente.
“Pur non potendo prescindere da un’impostazione programmatica a noi molto lontana ci sforziamo, come è consueto per la nostra associazione, di fare proposte che hanno le seguenti caratteristiche: non confliggono con i programmi di ambedue i candidati; sono attuabili in tempi brevissimi; hanno costi irrisori per le casse esangui dell’Amministrazione; darebbero una svolta sicura ed inequivocabilmente ambientalista al governo della città.
Una variante al piano regolatore (puc – Piano Urbanistico Comunale – per chi sa che esistono gli acronimi) che vincoli tutte le aree verdi agricole e no, pubbliche e private. Questo metterebbe fine alle infinite e capziose letture del piano regolatore che continuano a permettere il massacro delle aree verdi cittadine pubbliche e private al di fuori dell’enunciato costruire solo sul costruito. E’ il caso degli 8000 mq di verde piantumato ad alto fusto del parco dell’ex ospedale di quarto destinato a residenze private e box, del parco interno dell’ospedale di San Martino oggetto continuo di un massacro, proprio in un’area in cui la presenza di verde per pulire l’aria, per l’ombreggiatura, per fare barriera ai rumori sarebbe più che necessaria, all’area degli Erzelli dove il costruire sul costruito è un esercizio di retorica senza risultati e in cui il vasto parco tanto importante e tanto decantato non esiste se non nelle bocche dei propagandisti d’accatto (così come le strade d’accesso, ma si sa anche per i nostri amministratori e i loro tecnici viene sempre prima la “valorizzazione delle aree”, per il resto si promette e si vedrà).
La stesura di 50 km di righe gialle a salvaguardia del trasporto pubblico. Il 40% della popolazione cittadina non ha alcuna possibilità di muoversi con mezzi propri per questione di età, salute, risorse economiche. A questi cittadini ( e anche a tutti gli altri ) deve essere garantito il diritto di muoversi in città in modi e tempi accettabili. E’ noto da tempo che l’aumento della velocità media di percorrenza dei bus cittadini di solo un km/ora produrrebbe un risparmio di circa 8 milioni annui. Vogliamo ricordare che quando anni fa la giunta ipercementificatrice dell’avvocato Pericu ha venduto a un gruppo privato internazionale l’AMT, i responsabili di quel gruppo chiesero per contratto 40 km di strisce gialle protette e ne furono fatte, in quegli anni, solo 8. Ridurre del 40% la percorrenza dei bus sulle linee di forza (1/7/13/15/17) sarebbe sì un evidente scelta di intervento a favore delle periferie urbane, risparmiando anche milioni di euro.
Intervento sul piano regolatore e sul regolamento comunale per la riduzione dei volumi di cemento esistenti e futuri.
Proponiamo tre punti per noi qualificanti e risolutivi: che nella ristrutturazione di edifici esistenti non sia ammesso alcun incremento volumetrico, nè superficiario, neanche al fine del risanamento igienico sanitario ( ottenibile con una diversa rimodulazione degli spazi e non più espediente ). Che nel caso di demolizioni e ricostruzioni i nuovi edifici abbiano obbligatoriamente volumetrie e superfici inferiori a quelle esistenti di almeno il 10%. Che nel caso di trasferimenti di volumetrie esistenti, esse siano ammesse solo nell’ambito del medesimo municipio.
Inoltre le volumetrie e le superfici ammesse dovranno essere calcolate in maniera inversamente proporzionale rispetto al maggior valore unitario medio degli edifici residenziali della nuova area rispetto a quello dell’edificio esistente (considerando la medesima destinazione d’uso residenziale, terziaria, commerciale. Per capirci: un appartamento vista muraglione a San Fruttuoso alta non ha lo stesso valore di una medesima cubatura in piazza Martinez). Il tutto nel rispetto delle tabelle pubbliche dell’Osservatorio Mobiliare o con puntuali valutazioni richieste all’Agenzia del Territorio”.
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