Roma – Arriva nella notte la pronuncia della VI Sezione Penale della Corte di Cassazione che finalmente mette la parola fine a quella disattenzione colpevole per il fenomeno mafioso che si chiama negazionismo.
Con una sentenza storica che ribalta le assoluzioni di Antonino Barilaro e dei tre fratelli Pellegrino – Giovanni, Maurizio e Roberto – condannati in primo grado nel processo “La Svolta” e poi assolti dalla Corte d’Appello di Genova, la Cassazione certifica la presenza delle famiglie ‘ndranghetiste in Liguria e li rinvia tutti e quattro a un nuovo giudizio d’appello (QUI la sentenza).
Inoltre, la Suprema Corte ristabilisce il sequestro dei beni e delle somme nella disponibilità degli imputati, che il giudizio precedente aveva sospeso (QUI il decreto).
Nell’ambito della stessa operazione, denominata “La Svolta”, il consiglio comunale di Ventimiglia era stato sciolto per mafia ma, accusati dal PM Giovanni Arena di concorso esterno in associazione mafiosa, l’ex sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino e Marco Prestileo, che ai tempi era direttore generale del Comune, vanno nuovamente assolti. “Sono contento per la mia città”, il commento dell’ex Primo cittadino.
“La Svolta” , avviata nel 2010 dal nucleo investigativo del Comando dei Carabinieri di Imperia e diretta dalla DDA – Direzione Distrettuale Antimafia – di Genova, si era conclusa nel 2012 con l’arresto di 15 persone, tra le quali Giuseppe Marcianò, capo del locale di Ventimiglia, e Antonio Palamara, presunto capo dei capi della ‘ndrangheta ligure.
Entrambi sono deceduti prima del pronunciamento di Cassazione.
Simona Tarzia
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Aggiornamento sul procedimento contro i Pellegrino-Barilaro
Il nuovo appello La Svolta ha visto condannare Antonino BARILARO e i fratelli PELLEGRINO (PELLEGRINO Giovanni 10 anni e 6 mesi, Maurizio 10 anni, Roberto 9 anni e tre mesi, BARILARO Antonino 7 anni). In parallelo, sempre a seguito dell’annullamento delle assoluzioni da parte della Cassazione, il nuovo appello Maglio 3 ha condannato per 416-bis anche gli altri soggetti legati e imparentati ai PELLEGRINO, e cioè PEPÈ Benito, BARILARO Francesco, e BARILARO Fortunato (tutti e tre alla pena di 6 anni di carcere).
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.