Genova – Sono trascorsi due mesi scarsi e la strategia aziendale di Ericsson si ripete con una sfrontatezza sicuramente voluta: venerdì sera sono stati nuovamente notificati tramite mail altri licenziamenti, esattamente 67 in tutta Italia, tra cui 4 a Genova. E sono effettivi visto che il badge di entrata è già stato disattivato.
La posizione subalterna dell’Italia nei confronti della multinazionale svedese è evidente nelle parole del Ministro Poletti che, di fatto, afferma non solo l’impossibilità di fermare i licenziamenti dell’azienda, ma anche una certa docilità del Governo nei confronti della decisione della multinazionale di effettuare licenziamenti di massa. L’assenza della politica è sconcertante.
Di più. Proprio stamattina ci è arrivata la notizia che un’azienda genovese, la Phase Motion Control Spa, strangolata dalle pastoie burocratiche, non riesce ad espandere la sua fabbrica che, caso strano, potrebbe assorbire la manodopera specializzata che Ericsson licenzia.
Siamo alla follia dell’autolesionismo. Ma è anche vero che sarebbe arrivato il momento di capire perché si agevolano multinazionali straniere e si penalizzano imprenditori (solo quelli seri) italiani.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.