Torino – Due giorni fa, a Torino, il primo caso di applicazione delle norme sulla giustizia riparativa entrate in vigore il 3 agosto scorso (legge 23 giugno 2017, n. 103), e che prevedono l’estinzione del reato a seguito di condotte riparatorie nei crimini perseguibili a querela.
Lo stalking è uno di questi e così il giudice torinese ha ritenuto sufficiente un’offerta di 1.500 euro fatta dall’imputato alla sua vittima per pronunciare una sentenza di “non luogo a procedere”.
Poco importa che la vittima non abbia né richiesto né accettato il denaro perché, spiega un passaggio della sentenza, “il risarcimento del danno può essere riconosciuto anche in seguito a offerta reale formulata dall’imputato e non accettata dalla persona offesa, ove il giudice riconosca la congruità della somma offerta”.
1.500 euro per un anno di molestie è stata giudicata una somma proporzionata.
Poco importa che lo stalking sia una gabbia, che impedisce a chi è perseguitato di essere sé stesso, di prendere il mondo in tutte le sue sfaccettature.
La violenza contro le donne è difficile da combattere e il genere nel diritto penale è una faccenda complessa perchè questi tipi di reato si esprimono non solo sotto l’aspetto fisico ma anche morale, sociale e psicologico.
Bisogna fare attenzione ai messaggi che si trasmettono.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.