Sciopero Ilva: i metalmeccanici vincono la prima battaglia

Genova – “La lettera che dichiarava gli esuberi, i tagli degli stipendi e dei diritti, è stata ritirata e non per una gentile concessione del Governo ma perché abbiamo scioperato”.
Così Bruno Manganaro, Segretario generale FIOM, al termine dell’incontro di questa mattina in prefettura con il Sindaco Bucci e il Governatore Toti, annuncia ai lavoratori il ritiro della lettera di AmInvestCo da parte del Ministro dello Sviluppo Economico e commenta: È la cosa più schizofrenica che abbia mai visto perché quella lettera è firmata dai commissari del Governo. Di certo lo sciopero di Novi, di Taranto e di Genova ha messo paura e sono stati costretti al ritiro”.
Questa mattina, infatti, in contemporanea all’incontro genovese, si doveva svolgere quello tra la nuova proprietà Ilva e il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ma, dopo appena 15 minuti, il Ministro Carlo Calenda ha dichiarato che le proposte erano irricevibili e ha sciolto il tavolo romano.
Soddisfazione e cautela tra le parti sindacali. È ancora Manganaro che promette: Ci sarà un’altra lettera. Con nuovi numeri o con gli stessi numeri? Non lo sappiamo. Per certo sappiamo che non possiamo fidarci e siamo pronti a tornare in piazza”.

Quindi sull’accordo di programma siglato nel 2005 precisa: “Io un accordo ce l’ho ed è un accordo che ha un valore giuridico. Chiedo che venga rispettato. Se non si rispetta un accordo in cui il primo firmatario è il Presidente del Consiglio, ditemi voi cosa si deve rispettare in Italia”.
Analoga la posizione delle istituzioni locali che chiedono, con una lettera al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di aprire un tavolo di trattativa per Genova.
Critico Giovanni Toti che accusa il Governo di scarsa lungimiranza: “Il Governo poteva pensarci prima di far firmare una lettera ai commissari straordinari per poi revocarla dopo una giornata di tensioni”. E poi puntualizza: “Gli accordi firmati dal Governo valgono qualunque sia la proprietà di Ilva”.

LE FIRME SULL’ACCORDO DI PROGRAMMA DEL 2005:

Insomma, per il caso Ilva tutti restano ancora in trincea, anche Marco Bucci che chiede di conoscere “qual è il piano di investimenti con cui il Governo ha fatto la trattativa” perché “Genova ha bisogno di posti di lavoro e ogni metro quadro di terreno industriale deve avere una ricaduta economica e occupazionale sulla città”.

Simona Tarzia
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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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