Mi ricordo le mie bambole Furga e il caro fratellino che, con le ditina “innocenti”, spingeva gli occhi all’ interno staccandoli dall’elastico.
Mi ricordo le mani di papà, nere, sporche di carbone, mentre riempiva la stufa in cucina.
Mi ricordo i pomeriggi passati con Luciana a impastare tortine da cuocere sulla stufa e poi mangiarle a merenda.
Mi ricordo Pino, barbiere per tutta la famiglia, e l’ansia mentre tagliava i miei riccioli biondi.
Mi ricordo l’odore dei negativi appesi ad asciugare da mio papà.
Mi ricordo il clic della taglierina che ricamava il bordo delle foto in bianco e nero.
Mi ricordo il piacere di avere un corridoio esterno al nostro giardino e la libertà di poter giocare senza pericoli, con i vicini che chiacchieravano da una finestra all’altra.
Mi ricordo quando giocavamo a ” liberi tutti” e il mio fratellino si nascondeva dietro ad un dito.
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