Mi ricordo… quando andavo da nonna, che io chiamavo “Nonna Bosoli”, perché lei mi portava sempre le caramelle al miele Ambrosoli, miele di cui ero e sono tutt’ora ghiottissimo.
Andare da nonna era sempre una festa perché aveva una casa grande, con un bel corridoio dove poter fare tante corse.
Inoltre sul terrazzo si poteva persino girare talvolta con la piccola bicicletta. Era bellissimo vedere dall’alto tutte le case e la cosa che mi colpiva di più, abitando in un condominio in zona San Martino, era la vicinanza di quelle case del centro storico, il fatto che con la vicina di fronte nonna chiacchierasse come se abitassero gomito a gomito.
Andare da nonna era bellissimo anche quando vi andavo a dormire, nel letto che da ragazzo era stato di mio padre, perché lei mi raccontava sempre tante storie prima di addormentarmi.
Un particolare di quella foto è il fatto che si vede che ero biondissimo, tant’è vero che in montagna spesso mi scambiavano per un bimbo tedesco. Il fazzoletto come copricapo, annodato ai quattro angoli, era segno di marca della mia nonna, come anche dell’altro mio nonno, quello materno.
La seconda foto ritrae invece i miei due nonni materni durante un viaggio in Grecia, con il gruppo del Circolo dei Dipendenti della Cassa di Risparmio, dove, il nonno prima e mio padre poi, avevano lavorato tutta la vita.
Il nonno era un organizzatore di gite, anche se di carattere era piuttosto apprensivo. La nonna era invece molto scherzosa e di solito vittima degli scherzi era proprio suo marito.
Colpisce l’abbigliamento semplice di nonna, anche se ci teneva sempre ad essere in ordine e fare degna figura, e quello più sportivo del nonno, sempre con il cappello in testa. Credo di non averlo quasi mai visto uscire di casa senza cappello.
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