Alberto Pandolfo, formalizzata ieri la sua elezione a Segretario Provinciale del PD

Genova – Alberto Pandolfo ha detto esattamente quello che ci si aspettava da un Segretario provinciale che in un momento come questo deve traghettare il partito verso un confronto elettorale, quello del 2018, pieno di insidie e con un PD che al suo interno ha fratture così profonde da essere, secondo noi, insanabili.
Alessandro Terrile si è fatto da parte agevolando l’elezione di Pandolfo, avvenuta con accordi interni di non belligeranza tra orlandiani e renziani che, a loro volta, sono divisi in piccoli spifferi che non sappiamo dove porteranno. Nel discorso di insediamento non poteva certo mancare un riferimento alla sconfitta elettorale di giugno che ha permesso al Centro Destra una vittoria schiacciante.
L’amministrazione di Marco Doria è stata tenuta assieme con la colla, ha terminato il suo mandato con uno scontro quasi fisico con i lavoratori Amiu, contrari all’aggregazione con Iren, e nel tentativo di salvare il salvabile ha sacrificato Gianni Crivello sull’altare delle convenienze politiche. Si riparte da Pandolfo che, per garbo, lessico e disponibilità non è differente da Terrile. La partita del PD non si giocherà nelle città ma nei salotti a Roma, come spesso negli ultimi anni.  Matteo Renzi, a parer nostro, ha esaurito la sua spinta innovatrice, ha perso quella freschezza che gli ha permesso, agli esordi, di affascinare a destra e a sinistra del Partito dem. Oggi la nostra piccola Italia è avvolta nelle clientele delle grandi opere, nella morsa delle banche e in balia di un’Europa matrigna. La destra dilaga ovunque nel vecchio continente mentre il fenomeno dell’immigrazione è spesso gestito solo per fare affari. Non bastano più i buoni propositi, bisogna bussare alla porta di casa dei cittadini e risolvere i piccoli problemi che avvelenano la vita di tutti i giorni.

E intanto Simone Regazzoni e il suo modo di fare politica sono entrati nella Segreteria Provinciale.

fp

Gli auguri di Simone Regazzoni e Alessandro Terrile

 

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Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

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