Multedo, qualcosa deve cambiare. Il progetto M5S che si interroga sul futuro del petrolchimico

Genova – “Questa sera abbiamo l’occasione per fare opposizione propositiva. Non so quante volte, nella storia della nostra città, due sponde politiche si siano incontrate per risolvere un problema dei cittadini”.
Parte dai valori Luca Pirondini, dall’idea che “insieme si può”, e riesce a convincere la platea agguerrita presente ieri sera a Pegli, all’assemblea pubblica sul petrolchimico organizzata dal Movimento 5 Stelle.

Tanta gente, non solo di Multedo, che non perde l’occasione per fare domande.
Ci sono anche i Corniglianesi, preoccupati che il polo si sposti nelle aree ex-ILVA, che ogni tanto si fanno sentire e scandiscono: “a Cornigliano NO”.
Non si sa mai che il Sindaco abbia strane idee…
Già, perché Marco Bucci ancora non si sbilancia e ai suoi interlocutori conferma che “su Cornigliano ci sono due o tre siti, ma sono tutte opzioni di lavoro” e poi precisa: “Siamo d’accordo che bisogna trovare un’ipotesi compatibile con la città e, insieme, salvare i posti di lavoro”.
Non chiude la porta a nessuno, il Sindaco, e ribadisce che è ancora tutto in divenire e che si potrebbe anche ripartire da questa nuova “ipotesi suggestiva”.

Certo, qualcosa deve cambiare.
Multedo, con i suoi 4.000 abitanti, è uno dei quartieri più piccoli di Genova e ospita 4 insediamenti a rischio di incidente rilevante (RIR): Carmagnani, Superba, Eni e il porto petroli.

Una bomba dentro la città che esplode il 12 luglio 1981, quando la nave Hakuyu Maru salta in aria uccidendo 5 persone e ferendone 12.
Poi ancora il 5 maggio 1987. Questa volta l’esplosione avviene in Carmagnani. I morti sono 4.
Regione, Provincia e Comune siglano un Protocollo d’intesa per dislocare gli insediamenti petroliferi via da Multedo entro il 1991.
Sono passati quasi trent’anni e siamo fermi al palo.

Vi lasciamo al video. Quelli che ascolterete sono gli interventi di Federico Valerio, chimico ambientale, che si è occupato dell’indagine epidemiologica (QUI il documento completo) presentata durante la Giunta Vincenzi e messa nel cassetto.
Poi le considerazioni giuridiche di Marco Grondacci (QUI la relazione completa), l’esperto giurista ambientale che ci svela le fantasie interpretative di queste aziende che vorrebbero escludere i depositi petroliferi dalla disciplina delle industrie a rischio RIR quando invece “tali depositi sono classificati come industrie insalubri di prima classe e dovrebbero essere soggette almeno all’AUA, l’Autorizzazione Unica Ambientale”.
Infine Giovanni Spalla, architetto e ideatore di questo progetto innovativo, che ci spiega come i depositi petroliferi potrebbero essere spostati all’interno della nuova diga foranea che dovrebbe sorgere 500 metri a mare rispetto a quella esistente.
Si parla di una distanza di 1 chilometro dal centro abitato. Oggi, a Multedo, i depositi stanno a 6 metri dalle case.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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