Genova, novembre 2014.
Con grande stupore mi ritrovo a fare un servizio per LaPresse, che allora era la mia agenzia, a quello che rimaneva di un pezzo del Cimitero Comunale della Biacca, a Bolzaneto.
Settanta defunti finiti nel Polcevera per la noncuranza e il poco rispetto che l’amministrazione di Marco Doria aveva riservato a quei cittadini genovesi lasciati in balia dell’ennesima alluvione. D’altronde se il Cimitero Monumentale di Staglieno cade a pezzi non si può pretendere che a un piccolo cimitero di periferia venga fatta la necessaria manutenzione.
Morale di questa triste storia di ordinario degrado? Un muro, già pericolante da anni, crolla portando con sé un bel po’ di cassette con i resti dei defunti.
Superato il momento di incredulità, mi resi subito conto che dentro a quel muro riposavano anche i resti dei bisnonni a cui mia madre aveva voluto bene. Probabilmente stavano già “viaggiando” verso lidi francesi che in gioventù avevano solo sognato.
Alcuni mesi dopo, a Pontedecimo, fui invitato, con mia sorella, ad una riunione dove l’allora Assessore Elena Fiorini ci promise che avrebbe risolto il problema “defunti dispersi” con solerzia e decisione. Ci limitammo a chiedere una pezzo di marmo con sopra scritto i nomi dei bisnonni e un posto (già pagato perché perenne) dove portare mia madre a mettere qualche fiore e accendere un cero.
Ad oggi stiamo ancora aspettando.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.