“Non possiamo star neutrali, non possiamo rimanere in benevola attesa, neanche un istante. Mai come oggi c’è stato bisogno di critica libera e coraggiosa”.
A parlare è Piero Gobetti che, nel novembre del ‘22, scriveva così sul numero 33 della sua rivista ”Rivoluzione liberale”.
Certo, un mese prima c’era stata la marcia su Roma e da lì a poco l’Italia avrebbe pagato amaramente per le sue avventurose velleità nazionaliste.
E da lì a poco anche il giovane Gobetti sarebbe morto, per i postumi di una violenta aggressione.
Certo, direte voi, non c’entra nulla con la società nuova italiana, siamo nel duemila!
Eppure le sopravvivenze degli antichi vizi si rivelano ovunque.
C’è ancora chi pensa di insultare gli avversari calcistici con la foto di Anna Frank, chiamandoli ebrei come fosse la peggiore delle ingiurie.
A Ostia, in queste ultime elezioni per il Municipio X, Casapound raggiunge il risultato record del 9,08%.
A Genova, mentre l’ultradestra organizza convegni e inaugura nuove sedi, il Comune commemora i caduti fascisti della Repubblica di Salò.
“Non si può ricoprire il ruolo di primo cittadino di una città medaglia d’oro della Resistenza come Genova senza prendere una posizione netta – tuona dalle pagine dei giornali Massimo Bisca, il presidente provinciale dell’ANPI genovese – occorre uscire dall’ambiguità”.
Ecco, proprio così: uscire dall’ambiguità e smetterla con queste politiche di sdoganamento. Perché se qualcosa fa male alla democrazia, in questi tempi liquidi dove vale tutto e il contrario di tutto, è il paternalismo borghese che avvelena la Sinistra.
È notizia di ieri che l’ANPI Lagaccio tra i suoi iscritti ha un “ex”, Luca Dore, passato da Alleanza Nazionale alla Lega Nord alla Destra Sociale e infine approdato al PD.
Lontana da noi ogni critica personale su quello che può essere il percorso di trasformazione politica di un individuo con le idee non proprio chiare.
Quello che ci lascia perplessi è che la narrazione dell’antifascismo passi anche attraverso chi, vicino a Francesco Storace (MSI, AN, La Destra Fiamma Tricolore), nel 2012 è stato responsabile provinciale della Gioventù della Fiamma Genova, mentre oggi tenta di strappare bambini e disoccupati a Casapound.
Proprio per far luce su queste perplessità abbiamo interpellato gli esponenti del Centro Sinistra genovese e l’ANPI.
Ed ecco cosa ci hanno risposto.
Sulle prime, ANPI Genova ha negato che fosse la stessa persona. Questo il post su Facebook, poi scomparso misteriosamente:
Chi è Luca Dore?
Per allontanare ogni dubbio su un eventuale scambio di persona, abbiamo intervistato Maurizio Amorfini che, negli anni 2008-2009, lo aveva nominato segretario organizzativo della sezione Ponente della Lega Nord.
Un percorso di coerenza
Quindi, ci siamo rivolti a Gianni Crivello, iscritto all’ANPI dal 1972 e candidato Sindaco del Centro Sinistra genovese alle ultime amministrative, che ha precisato:“Non firmo cambiali in bianco per nessuno ma credo che il percorso di Luca sarà un percorso di coerenza”.
E alla fine siamo arrivati al Partito Democratico.
Mentre il nuovo Segretario Provinciale, Alberto Pandolfo, si scansa e lascia ogni commento alla Commissione di Garanzia del PD che prenderà in esame il caso, la dirigente del PD genovese Margherita Mereto Bosso risponde direttamente così a un post su Facebook di Francesco Gastaldi:
Insomma, tutti allineati e coperti sulla tesi della conversione… Del resto, da una fonte che non ha autorizzato la pubblicazione della nostra conversazione telefonica, ci è stato detto che: “Anche Ingrao ha fatto parte dei GUF”, i Gruppi Universitari Fascisti.
Ci vorrebbe maggior cautela nel paragonare la situazione storica creata con il fascismo, un regime, a quella odierna di democrazia, solo per legittimare una cantonata dovuta probabilmente a una leggerezza, a un corto circuito nelle procedure di iscrizione.
Il distacco dal contesto storico, secondo noi, è sempre pericoloso. Piero Gobetti è morto da uomo a 25 anni e, oggi, chi ne dovrebbe parlare ne ha una trentina e viene definito da quella stessa fonte “solo un ragazzo”, unicamente per giustificarne il percorso.
Noi siamo qui, tra i botta e risposta della politica fatta sui social, ancora perplessi e in attesa di una dichiarazione ufficiale dell’ANPI.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.