Genova – Con l’incontro del 21 novembre 2017, Comune di Genova e Città Metropolitana pongono il primo tassello per la costruzione di un’unica azienda di trasporto pubblico metropolitano. La fusione tra Amt S.p.a e Atp S.p.a, rappresenta il nucleo fondamentale attorno al quale si costruirà un’azienda che integri il bacino G (urbano) e il bacino TG (extra-urbano), che sarà totalmente gestita “in house”, modalità più consona al soddisfacimento del pubblico interesse. Ovviamente a questo passo, deve seguire quello del rendere nuovamente pubblico il secondo ramo di Atp, ovvero Atp Esercizio S.r.l. che rappresenta il personale viaggiante, che per metà è ancora in mano ai privati di Autoguidovie, sebbene ci sia una sentenza di Anac che ne certifica la non trasparente operazione di acquisto.
Questa partita è la più delicata perché la parte in mano ai privati vale 750.000 € e, secondo il mio modesto parere, il primo segnale sarebbe quello di riportare le aziende da Agens (associazione datoriale vicina a BusItalia, controllante di Autoguidovie) in Asstra (associazione di aziende prevalentemente a controllo pubblico) e poi iniziare una trattativa per il riacquisto del pacchetto. Solo integrando anche Atp Esercizio la fusione sarà effettiva. Solo allora si potrà pensare ad un consolidamento anche di capitale sociale, incorporando Genova Parcheggi, perché è più che logico che l’azienda di Tpl controlli anche i parcheggi, e investendo su infrastrutture dall’alto valore logistico, quali il potenziamento della metropolitana e la reintroduzione della tramvia. Ora però bisogna uscire dai propositi e immergersi nella realtà, che purtroppo è tutt’altro che rosea. A livello locale, Comune e Regione hanno sempre meno fondi da destinare a qualunque cosa e, a livello nazionale, i finanziamenti sono soggetti a continui tagli (tranne che nei periodi elettorali): sarei curioso di vedere, a chiusura di bilancio, quanto il Comune potrà mettere sulla bilancia.
Non solo: sarebbe necessario che la Regione si facesse promotrice affinché la legislazione nazionale che regola il finanziamento al Tpl sia modificata. In molti paesi europei il finanziamento è più elevato, proviene da fonti chiare e soprattutto è certo.
In Italia, l’unica cosa certa è che ogni anno il finanziamento sarà sempre più basso. Suggerirei ai legislatori di guardare cosa avviene in Francia, per fare un esempio alla portata, dove con un sistema di finanziamento basato su entrate provenienti da infrastrutture (tipo porti e autostrade) e tassazioni ad hoc, ogni anno si riesce a investire e a migliorare. Sempre a livello nazionale, va modificata la legge Burlando, riportando la calibratura del finanziamento non più sulla capacità di carico dei bus, ma sul numero dei km percorsi (metodo sicuramente più giusto). Inoltre andrebbe rivista la figura del Vtv, al quale si devono dare strumenti più adeguati per supportarlo nella lotta all’evasione tariffaria, a cominciare dal suo inquadramento professionale che dovrà essere di polizia giudiziaria.
Anche a livello locale sono molte le cose che si possono fare senza grossi investimenti ma che potrebbero dare risultati importanti e immediati.
Ad esempio la Regione potrebbe investire su una seria bigliettazione automatica e studiare un sistema per avere accesso alla banca dati del Servizio Sanitario Regionale per facilitare il lavoro di riscossione delle multe.
Il Comune, oltre a far gestire i parcheggi direttamente ad Amt, potrebbe studiare interventi di agevolazione d’imposta per le aziende che invoglino i dipendenti a usare il mezzo pubblico. Potrebbe tornare a investire nel Tpl, dotando l’azienda nascitura di un Polo Manutentivo che sfrutti appieno le numerose e sottoutilizzate maestranze e aumenti il processo di controllo dell’efficacia degli interventi e una diminuzione dei costi. Rilanciare investendo su autobus elettrici e a metano: la rimessa di Gavette è adiacente all’impianto di distribuzione IREN! Ricreare una rimessa che copra il levante e che permetta sul lungo periodo di tagliare le spese sul trasferimento e usura dei bus in servizio in quella parte della città. Dirottare al Tpl parte dei proventi da sanzioni amministrative (provenienti magari dalla violazione del Codice della Strada). Senza dimenticare il taglio agli sprechi, intervenendo sui sistemi di illuminazione e di riscaldamento, che devono essere gestiti in modo più accorto (grazie ad una tecnologia ormai a portata). Una sfida importante sarà agire sull’aumento della velocità commerciale, incrementando le corsie preferenziali, potenziandone i controlli con telecamere, contrastando la sosta irregolare sulle fermate, nelle corsie riservate, sui marciapiedi, intervenendo contro la sosta in seconda fila, mettendo mano ad una seria revisione delle linee (sono molte le sovrapposizioni) e delle fermate (troppe e troppo ravvicinate), cercando di garantire la necessaria sicurezza a pedoni, utenza e autisti.
Agevolare il trasporto pubblico significa anche disincentivare quello privato.
E lo si potrà fare solo rendendolo più fruibile innanzitutto dal punto di vista della sicurezza, studiando non solo un sistema di videosorveglianza collegato con le centrali operative delle forze dell’ordine, ma anche nuove sinergie con questura e prefettura.
Si dovrà pensare alla creazione di parcheggi di interscambio, ampliando la rete di biglietterie in zone strategiche, mettendo una tassa sui bus turistici (come avviene in tutte le città più visitate).
Si dovrà rendere meglio l’immagine dell’azienda, promuovendola in modo più efficace, usando schermi da posizionare nei punti di maggior afflusso che diano informazioni alla clientela e che passino messaggi pubblicitari a pagamento, e studiando nuovi metodi di pubblicità a bordo dei bus (con le nuove tecnologie, passare messaggi audio non sarebbe un problema). Rilanciando, soprattutto a fini turistici, autentici gioielli d’epoca, come gli impianti di risalita (ascensori, funicolari e cremagliera) e il trenino a scartamento ridotto Genova – Casella.
Ecco, direi che grossomodo questi sono i nodi gordiani del Tpl. Insomma, è arrivato finalmente il momento di vedere se, finalmente, la politica ha capito che un trasporto pubblico efficiente non solo è essenziale, ma contribuisce in modo determinante al miglioramento della qualità della vita degli stessi cittadini. Che non è solo un servizio di tipo socio assistenziale, ma anche un tassello fondamentale nella visione di una città moderna e smart, un formidabile biglietto da visita da gestire con serietà e competenza. Un volano in grado di fare la sua parte nel processo di rinascita della Superba.
Nel frattempo un abbraccio a tutti Voi dal vostro autista Amt,
Barnaba
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