Ogni fotografo ha un archivio, e non è una bella cosa. Se dentro vi sentite degli aitanti giovanotti il vostro maledetto archivio vi ricorderà, nell’ordine, che siete invecchiati e che siete disordinati.
L’approccio a questo mostro di ricordi si accentua nei dintorni delle festività, momenti in cui la pressione scende un po’, non succedono fatti eclatanti e il tempo rallenta.
La buona volontà riaffiora e una mattina ti alzi con una meravigliosa idea in testa: “Oggi sistemo l’archivio”. E sei in buona fede, mosso da reali intenzioni. Apri la prima scatola di pellicole, rigorosamente Ferrania, guardi le strisce di negativi b/n, rabbrividisci, sai che non ce la farai mai ad archiviare tutta quella roba e richiudi. Quest’anno, come tutti gli anni, mi sono ripromesso di cominciare ad archiviare i negativi partendo da quelli di mio padre, anche lui fotografo, e poi vedremo cosa succede.
Un giorno del 1957.
In un’Italia post bellica dove tutto era possibile, l’acquisto di un camion Lancia, o forse un nuovo lavoro, ha meritato l’ingaggio di un fotografo per festeggiare questo evento. Mi immagino sia successo di domenica, e il posto scelto non poteva che essere Piazza della Vittoria e per sfondo l’Arco di trionfo. Il bambino sorride, un camion è sempre uno spettacolo straordinario e poi raccontare agli amici di esserci stato sopra lo avrà reso famoso, mentre i due uomini con lui, probabilmente padre e zio, hanno lo sguardo severo di chi ha la consapevolezza che la vita non ti regalerà mai nulla.
fp
Foto d’archivio Fivedabliu. È vietata la riproduzione anche parziale, ai sensi della Legge 633 del 22 aprile 1941 e successive modifiche.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.