“Rinascente: tutto quello che voglio per Natale”… è non perdere il lavoro

Genova – Restano poche possibilità ai lavoratori dello store Rinascente di Genova.
È fallito, infatti, anche l’incontro di ieri in Regione tra le amministrazioni locali e l’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Cocchini, che ha annunciato la chiusura irrevocabile entro il prossimo novembre: “Un negozio che perde troppi soldi e da troppo tempo. Non possiamo permetterci di tenerlo aperto”.

Non si fa attendere la replica dei sindacati che annunciano battaglia per quel centinaio di famiglie colpite dall’ennesimo atto di arroganza delle multinazionali che abbandonano il nostro territorio: Entro novembre 2018 resteranno a casa tra le cento e le centoventi persone – conferma Aurelia Buzzo di FILCAMS-CGIL Liguriaperché, oltre ai diretti, bisogna tenere in conto anche il personale dei box dei marchi interni, del bar, del parrucchiere, chi fa le pulizie e la vigilanza”.
Le prospettive di un ricollocamento sono risibili: “Le ipotesi di ricollocamento riguardano la totale disponibilità ai trasferimenti – continua la sindacalista che segue da tempo la vicenda Rinascente – ma teniamo conto che si parla di trasferire donne di media età, part-time quarto livello del commercio e dunque con retribuzioni assolutamente basse, quindi di cosa stiamo parlando?”.

Già, di cosa stiamo parlando visto che l’azienda non tiene fede agli impegni presi con i sindacati?
“Da cinque anni i dipendenti sono in contratto di solidarietà – precisa Buzzo – e nell’ultimo incontro sindacale, a luglio scorso, l’azienda aveva preso l’impegno per nuovi investimenti che rendessero più attrattivo il punto vendita di Genova e per ricontrattare gli affitti con il Gruppo Carige, proprietario dell’edificio. Impegno che non hanno mai rispettato”.

Le cose stanno diversamente a Roma, per esempio, dove un mese prima della notizia della chiusura di Genova è stato inaugurato il punto vendita di via Tritone: 11 anni di lavori per 12 milioni di € di investimento: “Questo ci dà un’idea di come si comportino le multinazionali, che abbandonano le piazze che non ritengono più interessanti con tutto quello che ne consegue per i lavoratori”, puntualizza Buzzo sul nodo degli investimenti mancati.

Poi, ai problemi che secondo Cocchini restano sul tavolo, cioè la poca attrattiva della nostra città e i dati del turismo in calo, la sindacalista risponde lanciando una sfida al Sindaco Bucci: “Rispetto al quadro desolante che l’AD di Rinascente ha fatto della nostra città in termini di turismo, popolazione, e capacità di spesa dei genovesi, abbiamo un’amministrazione locale che punta tantissimo sul rilancio e noi a questa amministrazione chiederemo conto perché si attivi immediatamente un tavolo per la ricerca di brand disposti ad investire nella city della nostra Genova”.

Simona Tarzia

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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