Genova – “È appropriato usare Il termine emergenza per definire la situazione ai pronto soccorso durante le festività: abbiamo avuto un picco di accessi dovuto all’arrivo in anticipo dell’influenza in coincidenza con le polmoniti, ma il sistema ha retto e parlare di catastrofe è completamente fuori luogo”.
Così Sonia Viale, Assessora alla Sanità di Regione Liguria, durante la conferenza stampa che si è svolta oggi presso la sede di Alisa – l’Azienda ligure sanitaria della Regione Liguria -, cerca di placare le polemiche di questi giorni sui tempi di attesa nei Pronto Soccorso liguri, puntando l’attenzione anche sull’aumento del turismo e quindi degli accessi da parte di chi, provenendo da fuori regione, non può rivolgersi al medico di base e si reca direttamente in pronto soccorso.
Un dato quello del turismo che, in base alla documentazione ricevuta in conferenza stampa (vedi QUI il quadro epidemiologico e le azioni di risposta), ha visto un aumento del 20% dei pazienti fuori regione per la ASL 1, del 30% per la ASL 2, del 12% per la ASL 4, del 10% per la ASL 5. Nessun dato per la ASL 3 genovese che, dunque, dovrà ricercare da qualche altra parte la giustificazione dei lunghi tempi di attesa e dei disagi negli ospedali della Città Metropolitana.
Ma ci sono anche altre piccole incongruenze.
Come si può notare dalla slide precedente e sempre per ASL 3, il blocco delle ambulanze, denunciato come grave criticità dalle Pubbliche Assistenze (vedi QUI il nostro servizio), per il report di Alisa non esiste.
Lo stesso vale per le barelle, sia l’assessora Viale che Walter Locatelli, il commissario straordinario di Alisa, infatti confermano: “Quest’anno nessun problema di barelle”, e poi Locatelli rincara: “Ci siamo trovati un anno e mezzo fa ad affrontare una situazione per cui non c’erano le barelle perché non le compravano. Le barelle ci sono”. Peccato che a noi risulti un problema non risolto (vedi i nostri servizi QUI e QUI).
A fronte di tutte queste criticità ci chiediamo: è sufficiente riferire che “tutti i codici più gravi, rossi e gialli, sono stati affrontati nei tempi previsti dalla legge”?
È sufficiente riferire che “stiamo per raggiungere l’obiettivo di un tempo d’attesa massimo in barella di 8 ore, 12 ore nel periodo notturno”?
E i 15 posti letto per acuti attivati oggi, dopo che i primi 14 previsti dal piano straordinario sono stati tutti occupati, non era possibile prevederli da subito? Parlare di “previsione di ampliamento graduale per non raggiungere la saturazione dei pazienti” non suona un po’ come un’autoassoluzione?
E ancora: quanto vale un dato aggregato considerato che la ASL 3 comprende ospedali come Villa Scassi a Sampierdarena, super affollato da utenti che arrivano anche dall’entroterra, e altri depotenziati come il Micone di Sestri Ponente e il Gallino di Ponte Decimo?
Questa è la schermata dei tempi di accesso mentre scriviamo: Micone 4 pazienti in visita e 1 in attesa, Gallino zero, Villa Scassi 20 in visita, 11 in attesa e 59 in OBI (Osservazione Breve Intensiva):
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.