Genova – Il Comitato Difesa dei Diritti dell’Associazione MoVimento 5 Stelle, per mezzo degli avvocati Lorenzo Borrè e Alessandro Gazzolo, tre giorni fa ha presentato istanza al Tribunale di Genova per la nomina di un curatore che salvaguardi gli interessi dell’Associazione M5S nata nel 2009.
L’antefatto è la costituzione, il 20 dicembre scorso, della terza associazione M5S alla quale Beppe Grillo avrebbe concesso anche l’uso del simbolo. Un gesto che il Comitato ritiene in conflitto con i diritti dei primi associati in quanto le due associazioni sono molto lontane tra loro per finalità: diversamente dal 2009, oggi ad esempio c’è un capo politico.
Cosa succederà ora?
La richiesta di tutela, che riguarda anche nome e simbolo, rischia di creare grossi problemi al partito di Grillo in vista delle politiche del 4 marzo. Infatti, nel caso in cui il curatore decida che l’ultima associazione costituita è illegittima, potrà impedire che si presenti con quel nome e quel simbolo.
Del comitato, che domani dichiarerà le proprie intenzioni in conferenza stampa a Roma, fa parte anche Marika Cassimatis, espulsa da Grillo subito dopo aver vinto le Comunarie 2017, che si sente comunque ancora “legata alle idee del vecchio movimento”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.