Genova – Con un articolo 54, cioè un’interrogazione a risposta immediata, si torna a parlare del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce.
È la capogruppo PD Cristina Lodi che, questo pomeriggio in Sala Rossa, ha chiesto spiegazioni all’Assessora alla Cultura, Elisa Serafini, con una Richiesta informativa urgente: “Assessore io mi rivolgo a lei come Presidente del Comitato di Coordinamento di Villa Croce perché, ai sensi del Regolamento Comunale, è responsabile del Comitato di gestione del museo. Chiedo a lei nozione di causa di quanto ho letto in merito alla sua posizione sul silenzio elettorale, e cosa ha da dirci in merito a questa situazione”.
La consigliera ha quindi ribadito le sue richieste di far chiarezza sullo stato in cui versa il Museo: “Vorremmo capire soprattutto quante volte è stato riunito il Comitato di Coordinamento, che era stato pensato anche con gli sponsor come il comitato che dovesse servire al rilancio di questo progetto molto innovativo” e poi è ritornata sulla questione, un po’ bizzarra, del silenzio elettorale: “Immaginando che il silenzio elettorale sia stato sospeso, le chiedo, in qualità di Presidente del Comitato di Coordinamento, notizie sui lavori del comitato dal suo insediamento ad oggi e quali siano gli obiettivi di sviluppo di questo progetto”.
“Rispondo soprattutto come Assessore alla Cultura” , precisa l’Assessora Serafini che ammette di aver opposto il silenzio elettorale alla nostra richiesta di intervista ma spiega di aver risposto a qualcun altro: “Io ho risposto in realtà attraverso il Secolo XIX, Genova Today e Repubblica. La mattina di questo fatto non ho risposto ad un solo giornale web e poi ho verificato con la direzione generale che potevo effettivamente dare delle risposte. In realtà le risposte sono pubbliche e riscontrabili da tutti”.
Nel merito dei problemi del Museo, l’Assessora annuncia che le questioni risalgono “a molto tempo fa, a una situazione che riguarda le diverse interazioni tra i soggetti coinvolti all’interno del museo” e poi lamenta la mancanza di un documento di governance: “All’interno del museo coesistono una direttrice, un curatore, una società di gestione e un’associazione a sostegno del museo. Questi quattro soggetti hanno interessi diversificati e legittimi che non sono stati organizzati in un documento di governance”.
A parere dell’Assessora, è questa la criticità più grossa, cioè che “un documento di governance non è mai stato prodotto all’interno di questo progetto né da Palazzo Ducale, né dal Comune” mettendo in crisi la stabilità della struttura perchè nessuno ha stabilito “le responsabilità e le opportunità, i diritti e i doveri, dei diversi soggetti coinvolti”.
Quindi, con tono rassicurante afferma che “la situazione è assolutamente sotto controllo” e che “non c’è da preoccuparsi perché già da diversi mesi, anzi direi da luglio appena insediata, ho iniziato un dialogo sia con il nuovo curatore che con la società di gestione Open che ha chiuso quel giovedì e quel venerdì“, e sottolinea che la reazione era prevedibile perché “si è trattato di una decisione che era stata in qualche modo minacciata anche a noi e che noi abbiamo gestito”. Insomma, un semplice “gesto di protesta”.
L’Assessora conclude l’intervento con uno sguardo sul futuro: “Ho un incontro con Gli Amixi di Villa Croce questa settimana. In questo momento l’obiettivo dell’amministrazione è quello di valorizzare la collezione permanente“, cosa che dovrebbe rendere “felice il direttore, soddisfatto il curatore e far fatturare la società di gestione”.
Non sembra soddisfatta delle risposte la consigliera Lodi: “Mi pare di aver capito che lei non abbia riunito, da quando è assessore, il Comitato di Coordinamento di Villa Croce”, cioè il luogo naturale dove “porre questi problemi di governance e iniziare a lavorare su queste cose”.
“È stato brutto doversi muovere su una situazione pacifica ma che comunque ha evidenziato un’assenza del Comune” scandisce ancora la Lodi e incalza: “Chiederemo una commissione specifica sull’argomento“.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.