D.A.SPO. Urbano, Traverso (S.I.A.P.): “Non è uno strumento per risolvere le problematiche sociali”

Genova – Il  D.A.SPO.Urbano applicato contro i mendicanti dei vicoli non convince Roberto Traverso, Segretario Generale S.I.A.P. Genova, che avverte: “Si tratta di uno strumento pensato per agire su un territorio già bonificato rispetto alle problematiche sociali. Invece qui si cerca di risolvere i problemi attraverso provvedimenti di polizia”.

Il D.A.SPO. Urbano è, in effetti, un provvedimento di polizia mutuato dalla legge sugli stadi (D.A.SPO. è l’acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), che prevede il divieto di accesso ad alcune aree della città qualora si verifichino episodi reiterati di violazione delle regole sul controllo del territorio.

Proprio partendo dalla possibilità di mettere in campo questi divieti, il Comune di Genova ha annunciato più volte l’intenzione di usare questa misura nelle sue politiche di sicurezza per il Centro Storico. Dichiarazioni che non convincono Traverso: “Il Comune dovrà adeguare il regolamento Comunale per definire le aree soggette a D.A.SPO. e ci vorranno almeno tre mesi. Dare, in questo particolare momento, la notizia che si farà la sperimentazione, suona come un fatto politico, come a voler rassicurare che i problemi verranno risolti”.  Siamo in campagna elettorale e dire che si ripulirà la città da chi è ritenuto”indecoroso” fa certamente il suo effetto.

Ma perché è intervenuto il sindacato di polizia?
Quello che preoccupa le forze dell’ordine è la mancanza di risorse e di personale. Nel caso i “daspati” non rispettino le consegne sarà la polizia a dover intervenire, impegnando un organico già ridotto ai minimi termini: “Per recuperare la sicurezza del Centro Storico, e non solo, serve del personale da dedicare all’attività investigativa. Non serve il clamore mediatico”  denuncia Traverso che poi ci tiene ad aggiungere: “Chi sfrutta questo disagio sul territorio è la criminalità organizzata, sono quelli che nel Centro Storico non ci sono, che vivono in ville lussuose e tirano le fila a distanza”.

Non solo. Il D.A.SPO. Urbano è uno strumento molto delicato che deve passare il vaglio attento del Comitato per la Sicurezza Pubblica e delle autorità di Pubblica Sicurezza sul territorio: “È inaccettabile questa fuga in avanti del Sindaco” puntualizza Traverso riferendosi agli annunci del Comune, e poi rincara: “Prima escono le notizie e poi nascono i problemi tecnici”.
Il problema, dunque, sta anche nella difficoltà di dialogare con un’amministrazione comunale che sulla sicurezza prende decisioni in modo autonomo e che forse è poco incline all’ascolto: “Abbiamo invitato il Comune, e lo facciamo di nuovo anche adesso, a rafforzare la squadra T.S.O. (Trattamento sanitario Obbligatorio) della Polizia Municipale perché riescano a dare un supporto a polizia e carabinieri. Quando l’intervento di una volante si trasforma in T.S.O. il rischio è enorme e Genova ha già pagato con la morte di un poliziotto”.

Simona Tarzia

[vc_video title=”Il D.A.SPO. Urbano valutato da un operatore di pubblica sicurezza. Luci, ombre e soluzioni possibili in una città portuale con forti criticità, pochi poliziotti e pochi mezzi.” link=”https://www.youtube.com/watch?v=bfbzMHo_GLw”]

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.

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