Di Stefano, CasaPound: “Noi guardiamo alle cose del passato che funzionano, per cercare delle soluzioni per l’Italia di domani”

Genova – Arriva a Genova, tra polemiche e presidi, il Segretario e candidato Premier di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, per la chiusura della campagna elettorale che ha visto candidato qui,  sul territorio, Marco Mori (QUI la nostra intervista).
L’appuntamento è alla discoteca Richmond di via Santa Zita dove lo aspetta, tra i suoi sostenitori, un baldanzoso Gianni Plinio che si lascia anche andare al saluto romano. Del resto, precisa Di Stefano: “Sono passati anche cento anni. Rendiamoci conto che la guerra stessa è finita settant’anni fa e noi guardiamo al passato per trovare delle soluzioni da applicare nel futuro”.
Un fascismo, quello di CasaPound, che mira a “diventare un movimento politico di massa che rappresenti la complessità della nazione”  perché “richiamarsi a una dottrina è sacrosanto e lecito – gli fa eco Mori soprattutto se si prende il buono e si adatta ai tempi”.

Sarà anche il solito ritornello di Mussolini che ha fatto le autostrade, ma non ci risulta che qualcuno abbia impedito ai neofascisti di presentarsi alle elezioni.
E quando chiediamo a Di Stefano se abbia ricevuto notizie dalla magistratura per essersi dichiarato apertamente fascista del terzo millennio, ci risponde che “no, non abbiamo ricevuto notizie dalla magistratura in questo senso”. 

E mentre noi continuiamo la nostra intervista,  qui fuori si è riusciti a trasformare un presidio pacifico, con tante facce note degli antifascisti genovesi, in una guerriglia di pochi volti coperti che ha dato a Plinio l’occasione di condannare pubblicamente “questa sinistra eversiva che sta qui fuori”. 

Simona Tarzia
[vc_video title=”Simone Di Stefano risponde alle nostre domande sul fascismo del terzo millennio e su due punti del programma di CPI: stop immigrazione e basta euro.” link=”https://www.youtube.com/watch?v=7xjY3D8D2-g”]

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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