Se c’è una cosa certa in queste elezioni è l’inadeguatezza del Rosatellum, che ha consegnato il Paese a una difficile governabilità: abbiamo dei vincitori ma senza maggioranze in parlamento.
Sempre che le prime proiezioni sui seggi restino, infatti, i grillini non andrebbero oltre i 235 deputati contro i 316 che servirebbero per avere la maggioranza assoluta alla Camera, e i 112 senatori contro i 158 utili.
Una vittoria politica che non si è tradotta in vittoria numerica.
E così, nonostante il Movimento 5 Stelle sia il primo partito in Italia, ipotizziamo che a salire al colle da Mattarella sarà Matteo Salvini, che si è guadagnato il 50% dei voti del Centro Destra con la Lega che stacca Forza Italia di quasi quattro punti.
In questo stallo potrebbe insinuarsi il Partito Democratico, che crolla sotto la soglia psicologica del 20% ma rifiuta, così pare, le larghe intese: “Niente governo con i Cinquestelle – precisa Ettore Rosato – “se i dati degli exit poll sono confermati, siamo pronti ad andare all’opposizione”.
Sarà.
Per ora Matteo Renzi riflette sulle sue dimissioni, peraltro già promesse prima della catastrofe referendaria del 4 dicembre 2016 e mai mantenute.
Ma il problema resta. Il governo non c’è.
Che cosa si farà per arrivare ad avere i numeri?
E se il PD derenzizzato alla fine si avvicinasse a Salvini consegnando l’Italia a un duraturo governo di Centro Destra?
E il Centro Destra reggerebbe il colpo di un inciucio Lega-PD?
In questa confusione, tutti continuano a non voler fare i conti con il Movimento 5 Stelle. Lo stesso Renzi, in campagna elettorale, ha continuato ad attaccare Luigi Di Maio: “Non avrete i nostri voti”, eppure, lo ha annunciato stanotte Alessandro Di Battista, “adesso tutti dovranno parlare con noi”.
Dunque?
I partiti che fino a ieri hanno accusato il Movimento 5 Stelle di fare solo antipolitica, come si dice: delegittimare per legittimarsi, perderanno la faccia davanti agli elettori accettando un’alleanza tra nemici giurati? E queste alleanze reggerebbero numericamente?
O ci attende un governo di scopo, magari per rifare questo pasticcio di legge elettorale, e poi di nuovo alle urne?
SimonaTarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.