Genova – “Non siamo più disposti ad accettare che altre servitù vengano ancora una volta collocate nella nostra delegazione che ha già subito per anni molte imposizioni nocive alla salute e che ci hanno resi lo zerbino di Genova”.
Si legge così sul volantino del comitato “Cornigliano per la città e Paola Marenco” che annuncia l’assemblea pubblica contro il petrolchimico e chiama a raccolta la cittadinanza e tutte le forze politiche “che appoggiano la nostra causa”.
Sono agguerriti, i corniglianesi, che non ci stanno a subire l’ennesima servitù e soprattutto temono di risvegliarsi una mattina a cose fatte, senza una possibilità di ritorno.
Sono stanchi, i cornilgianesi, di tutto questo temporeggiare sulle decisioni, dell’accumularsi di comunicazioni che si elidono a vicenda e delle quali niente rimane se non una nebbia di posizioni poco accertabili.
Sono tanti, i corniglianesi, 600 persone furibonde che hanno riempito, ieri sera, la bocciofila di piazza Rizzolio per far sentire il proprio dissenso: “Non siamo la rumenta di Genova”, “Qui da noi solo la merda”.
Finita l’era delle grandi industrie e delle ciminiere, alle quali scelte colpevoli hanno sacrificato il territorio, continua a non esserci pace per una delegazione che fatica a trovare la propria fisionomia e il proprio equilibrio urbanistico e sociale.
Eppure dopo la chiusura della cokeria nel 2002 e dell’alto forno nel 2005, era arrivato l’Accordo di Programma che riconsegnava alla disponibilità pubblica un’area di oltre 300.000 m².
Solo carta straccia?
E i corniglianesi saranno ancora una volta soffocati e dispersi?
Simona Tarzia
ECCO LA RASSEGNA VIDEO DEGLI INTERVENTI
Bernini e l’opzione Lanterna
Pignone: “Rispettare l’impegno della riqualificazione”
Vacalebre: “Cornigliano periferia delle periferie”
Amorfini: “Io rimango nettamente contrario al petrolchimico a Cornigliano”
Ceraudo: “La nostra arma si chiama accordo di programma. È legge”
Grondona: “Se salta accordo di programma i lavoratori ILVA saranno con voi”
Bianchi: “Municipio unito contro il petrolchimico”
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.