Vendita aree fiera, Putti (Chiamami Genova): “Nel disinteresse generale, il Comune ha dato l’OK per cedere qualcosa che appartiene a noi genovesi”

Genova – È stata approvata con 21 voti a favore, 6 contrari (il gruppo consiliare del M5S, Paolo Putti di Chiamami Genova e Stefano Bernini del PD) e 8 astenuti (il gruppo consiliare della Lista Crivello e i consiglieri PD Cristina Lodi, Alberto Pandolfo, Claudio Villa e Alessandro Terrile), la Delibera di Giunta che conferisce mandato a Spim S.p.A. – la società per la promozione del patrimonio immobiliare del Comune di Genova partecipata al 100% dal Comune – per l’alienazione degli immobili del polo fieristico genovese di proprietà del comune e per l’alienazione della società Nuova Foce S.r.l.

Nella seduta consiliare di ieri pomeriggio, dunque, si è deciso di svendere i “gioielli di famiglia” per far fronte alle richieste della Corte dei Conti di rientrare del debito di 40 milioni di Euro in capo a Spim, debito derivato dalla scelta dell’amministrazione Pericu (nel 2005) di trasformare il padiglione B in quello che oggi è conosciuto come il Jean Nouvel, il padiglione degli sprechi.
“Un padiglione che ha alzato i costi di manutenzione di circa 800.000 Euro l’anno”, precisa Paolo Putti che poi attacca: “Sono due mandati che chiedo venga fatta una commissione di verifica e inchiesta, ma mi hanno sempre votato contro. Nessuno vuole veramente capire cosa è successo”.

In effetti, tra le cause incrociate – Coopsette che cita il Comune e chiede 23 milioni di euro in più per lavori non previsti e effettuati in corso d’opera, e il Comune che intenta una causa di garanzia contro l’architetto Jean Nouvel – e la triangolazione immobiliare (tra fine 2013 e agosto 2014, Giunta Doria) costruita con la cessione di alcuni asset prima a Spim e poi alla sua controllata, Nuova Foce S.r.l., sarebbe davvero necessario fare un po’ di chiarezza.

Non solo.

Il palazzo ex Nira alla Fiera di Genova

Fa notare ancora Putti che in delibera il Comune ipotizza di coinvestire sia per realizzare uno dei canali previsti dal progetto del Waterfront, che per l’abbattimento del palazzo del Nira. Insomma, “ci mettiamo dei soldi per fare qualcosa che si prenderà qualcun altro”.
Cosa resterà ai contribuenti genovesi? 
“Non resterà nulla. Si parteciperà a coprire il buco, i disavanzi, ma poi, di fatto, i genovesi non avranno più in mano una delle pochissime aree che non è del Demanio”, conclude Putti.

Simona Tarzia

Documenti scaricabili:

Testo delibera approvata il 10 aprile 2018
Deliberazione del 26 luglio 2011
Deliberazione del 30 luglio 2013
Deliberazione del 24 aprile 2014
Compravendita e costituzione di servitù. Atto a rogito reg. a Genova il 13 agosto 2014
Deliberazione del 23 aprile 2015
Deliberazione del 29 gennaio 2016
Deliberazione del 26 settembre 2017
Deliberazione del 28 ottobre 2017

Schema delle aree in vendita
Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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