Sfasciati alla meta

 

Siamo arrivati al momento della beatificazione. Dopo quindici giorni vissuti pericolosamente. Tra vernice con salve di selfie autoreferenziali, timori, un po’ di sconcerto, una raffica di critiche malevole – non tantissime grazie al cielo – di chi ha protestato definendo la manifestazione deludente e il costo del biglietto troppo caro – tanto e comunque c’è sempre chi si lamenta, anche su tripadvisor – i timori per la pioggia e la genialata di offrire ai visitatori che hanno sopportato le intemperie la possibilità di poter vedere di nuovo  la manifestazione godendo di condizioni atmosferiche più favorevoli. Genialata perché era improbabile che i turisti del giorno seguente al primo maggio tornassero nella nostra città per poter usufruire di un secondo ingresso. E quindi la grande soddisfazione di una seconda visita sotto a un tiepido sole di maggio, e senza il rischio di farsi impallare l’obiettivo dell’iphone dagli ombrelli gocciolanti, è  toccata solo ai genovesi, sudditi e possibili prossimi elettori di Marco Bucci e del suo Centro Destra.

Comunque una vera e propria beffa, a pensarci bene, quello stuolo di paracqua spiegato. Come se quegli “ombrellini in ogni dove” che hanno costituito, in questi giorni, la imperante coreografia dell’evento, si fossero presi la rivincita dirigendosi, sospinti dai refoli di vento che li hanno squinternati, e invadendo proprio il set floreale a cui avrebbero dovuto far soltanto da colorata e suggestiva cornice. Indisponendo così i paganti sottoposti ad una sorta di maledizione degli ombrellini.
Eppero’ Marco Bucci, il Sindaco in odore di santità, mica poteva piegare ai suoi desiderata anche il tempo. Che fino a lì i Santi, nonostante siano avvezzi ai miracoli, mica ci possono arrivare. Quello è  legato al volere o ai capricci del principale. Che apre le acque o distribuisce la manna. E per il nostro Sindaco per giungere sin lì, magari, occorre ancora almeno un corso di perfezionamento. Ma limitandosi a Euroflora, sembra già sulla buona strada. Tant’è che un mezzo miracolo è riuscito a farlo.

Lui ha il merito, diversamente dal compianto Paolo Ferrari, scomparso proprio in questi giorni, di riuscire a convincere l’acquirente a scambiare il fustino con i due fustini. Quelli “tarocchi”. Perché parlando di marchio tutto si potrà dire del successo di Euroflora ai parchi di Nervi, ma non che rappresentasse la continuazione delle edizioni viste in tempi ormai lontani alla Fiera del mare. Tanto che qualcuno, in vena di battute satiriche, ha suggerito che il nome più consono per una simile manifestazione sarebbe stato Euroaiola.
Però passo subito ad elencare i meriti del nostro Sindaco manager. Perché poi qualcuno non riesce a resistere e a fare a meno di imputare il mio naturale spirito critico a estemporanei bruciori e rosicamenti. E quindi il dato inconfutabile è quello dei biglietti venduti e dei visitatori oltre 246 mila con parecchie giornate di sold out. I costi di 6,4 milioni di euro sono stati coperti anche grazie al finanziamento, di oltre un milione, delle partecipate del Comune: Amiu, Aster, Amt e Genova Parcheggi. Il break even era stato fissato in 205 mila biglietti venduti, perciò il risultato è stato ampiamente raggiunto. Inoltre ci saranno 45 mila piante che verranno regalate a scuole, enti e associazioni per essere adottate e riinnestate.

Paolo Fanghella

Ha spiegato l’assessore Paolo Fanghella: “Tante  piante andranno alla Fascia di Rispetto di Pra’, verranno utilizzate per la cornice delle regate storiche e a villa Doria. Il lago delle Ninfee, per esempio, vorremmo tenerlo fino alla fine dell’estate. Abbiamo aperto una sorta di bando per regalare le piante e sono tanti gli istituti, in prima posizione il Marsano, e le associazioni che vogliono recuperare il verde e innestarlo in città”.
Ed ora inizia l’operazione di disallestimento. Con i parchi che rimarranno chiusi almeno sino al 25 maggio. Con la domanda che da tempo molto nerviesi si pongono. E cioè: che cosa resterà di questa manifestazione ai parchi della loro delegazione. Con problema conseguente: se l’erba su cui sono stati posizionati gli allestimenti non risulterà irrimediabilmente danneggiata. Si vedrà. Nel frattempo i nostri amministratori, con il Sindaco in testa, potranno legittimamente rivendicare il vanto di aver rilanciato nel cuore di molti genovesi e di parecchi turisti oltre ai parchi i musei, finalmente presi d’assalto durante l’evento, e la passeggiata a mare.

Intanto Bucci ha incassato qualche giorno fa  i commenti molto positivi di un amministratore di lungo corso come Arcangelo Merella, suo diretto antagonista con la lista civica “Ge9si” nelle ultime amministrative. Merella in una lunga intervista su Fivedabliu, cogliendo l’occasione per ricordare che proprio durante la campagna elettorale aveva proposto Euroflora all’interno dei parchi di Nervi, ha riconosciuto al primo cittadino di aver colto al volo la possibilità di rilanciare un marchio, quello di Euroflora, che diversamente, e con un’ulteriore ritardo, avrebbe corso il rischio di ritrovarsi praticamente bruciato. Con una grossa perdita per l’intera città. Sottolineando la bravura di Bucci e della sua giunta per essere riusciti a proporre in termini strettissimi un piano funzionale e a far lavorare insieme e a motivare a dovere gli uomini delle partecipate del Comune. Quei dirigenti e quegli uomini di Aster da tempo nel mirino dei genovesi. Ma anche quelli di Amiu, Amt e Genova Parcheggi. Nell’ elenco vanno compresi anche i vigili urbani dislocati nuovamente sulle strade in maniera massiccia. Per fluidificare il traffico e non solo a far cassa con le contravvenzioni. Infine Bucci ha pedonalizzato il centro di Nervi rispolverando un vecchio progetto, allora parecchio osteggiato, del Merella assessore al traffico. Un piano che potrebbe essere riproposto nei giorni festivi e non solo per le sere di luglio e agosto.

Non solo riconoscimenti però. Perché Merella è andato oltre al breve periodo, ipotizzando per le prossime manifestazioni, da ripetere annualmente o ogni due anni, un’Euroflora itinerante ospitata, di volta in volta, alla villetta Di Negro con la suggestiva cascata e contemporaneamente nei vicini giardini dell’Acquasola, o a Villa Croce, riutilizzando le vecchie serre comunali ormai in dismissione, patrimonio storico del Comune e ripristinando all’interno di Aster, magari con assunzioni ad hoc le professionalità dei giardinieri, un tempo vanto della nostra città. Infatti il marchio per essere davvero rilanciato, dopo la scommessa vinta con impegno e sostegno messo in campo a tempo di record, ora avrebbe bisogno di una visione di più ampia prospettiva. Tanto che una indicazione al sindaco Marco Bucci vorremmo offrirla anche noi. Quella di includere anche Arcangelo Merella, con il suo buon senso, tipico di chi ha svolto per parecchi anni il ruolo di amministratore, nel variegato e lunghissimo elenco dei saggi. Ovviamente senza portafoglio. Giovandosi, magari in un prossimo futuro, di un piano specifico che Merella ha promesso di rendere pubblico fra qualche settimana. Così Bucci potrà veramente dimostrare di essere il Sindaco di tutti i genovesi. Come a suo tempo aveva promesso tendendo una mano all’opposizione.
Perché il problema nodale per questa amministrazione, a mio avviso, a quasi un anno dalla vittoria elettorale del Centro Destra, è proprio quello di passare dagli annunci, dai selfie di autopropaganda dei singoli assessori e consiglieri delegati, a un progetto complessivo di lungo termine. In caso contrario il pericolo, già riscontrato e ampiamente riscontrabile, sarà quello di continuare con i proclami e le operazioni di immagine e di sprofondare sempre più nell’evanescenza dell’autocitazione.
Senza riuscire a dissolvere la sensazione di una confusione di fondo che suggerisce l’immagine dissacrante dei dilettanti allo sbaraglio.

Villa Croce

C’è da risolvere in questa prospettiva, per esempio, e in funzione di una possibile futura locazione della mostra in questione, la questione del parco di Villa Croce e dell’attiguo museo sollevata, sempre da Fivedabliu, qualche mese fa. Caso tornato recentissimamente agli onori della cronaca con un appello firmato da esponenti di prestigiose istituzioni italiane e straniere su cui l’assessore competente Elisa Serafini ha innestato la sordina. Spiega Il Secolo XIX in un articolo a firma Roberta Olcese: “L’Assessore Serafini e la dirigente Piaggio, contattati da Il Secolo XIX per una replica, non hanno risposto”. Con incresciosa appendice, il giorno successivo, di commenti omofobi nei confronti del presidente degli “Amixi di Villa Croce” Andrea Fustinoni – che aveva sollevato il problema da tempo latente con una lettera al quotidiano – comparsi sulla pagina ufficiale del Museo e tempestivamente fatti rimuovere dall’assessore Elisa Serafini, che finalmente si è palesata. Con tanto di critiche di Fustinoni all’autore del post, direttamente interessato alla vicenda, che ha usato un sito istituzionale per un attacco personale alla sua vita privata. Vecchie ruggini, probabilmente, legate proprio alla gestione del museo.
E questo è il punto. Tutti bravissimi ad autocitarsi e ad autopropagandarsi, battendo in ritirata, però, quando poi si presenta da risolvere qualche problema più serio ed impegnativo, suffragando appunto quella sensazione di sprovvedutezza che inizia a serpeggiare. Dando per giunta a intendere di non conoscere affatto i sottili limiti istituzionali legati alla carica.

Domani, per fare un ultimo esempio, il Sindaco Marco Bucci sarà chiamato a rispondere in consiglio comunale alle proteste dell’opposizione, dell’Anpi e della Cgil per la partecipazione ufficiale, con tanto di fascia tricolore, di un consigliere delegato di Fratelli d’Italia, Sergio Gambino, alla manifestazione del cimitero di Staglieno in ricordo dei caduti della Repubblica Sociale Italiana. E in questo caso gli interrogativi aumentano. Anche perché, oltre all’irritazione di una parte della maggioranza e persino dei rumors che riscontrano la stessa irritazione anche da parte di esponenti genovesi e nazionali di Fratelli d’Italia nei confronti dello stesso Gambino, è stata pubblicata la notizia che il consigliere comunale avrebbe preso la fascia dicendo di dover partecipare ad un evento senza pero’ fornire necessarie spiegazioni.
Una prassi inusuale rispetto a quanto previsto dal cerimoniale, anche se occorre dire che la procedura, evidentemente, negli ultimi tempi, non sarebbe particolarmente rigida. Tenuto conto che lo stesso Gambino aveva partecipato il 2 novembre dello scorso anno, con tanto di fascia tricolore a un’ analoga celebrazione al sacrario dei caduti della RSI. Il consigliere sotto accusa si è imposto un rigoroso silenzio. Insieme al sindaco. Appunto fino a domani.
È appena il caso di ricordare che solo qualche settimana fa lo stesso Bucci aveva motivato il rifiuto da parte del Comune di dare il proprio patrocinio al Gay Pride targandola come manifestazione divisiva. A questo punto, probabilmente, mi sfuggono i presupposti con cui il Primo Cittadino di una città medaglia d’oro della resistenza possa valutare i criteri divisivi di una manifestazione.
Eppure un’idea io me la sono fatta. Occorrerebbe che i nostri amministratori nel momento in cui sono chiamati a ricoprire cariche tanto importanti dimostrando un afflato di umiltà tornassero sui banchi di scuola per ripassare un po’ di educazione civica e di storia. Se non addirittura la Carta Costituzionale. In modo da non tradire in maniera così marchiana almeno il buon senso istituzionale.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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