Ecco i video delle rapine a mano armata della banda dei supermercati

Scatta l’operazione Libano

Genova – La Polizia di Stato di Genova, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha tratto in arresto un 33enne romano ed un 31enne bergamasco, responsabili di 3 rapine a mano armata in supermercati di Quezzi. L’operazione denominata “Libano” giunge all’esito di un’articolata indagine, scaturita da due violente rapine messe a segno lo scorso mese di marzo da una coppia di motociclisti armati di pistola.

Nel tardo pomeriggio del 14 marzo scorso, un uomo robusto, travisato da un passamontagna ed un casco nero, con la pistola in pugno, aveva fatto irruzione nel market “DORO” di via Piero Pinetti 26R, prelevando un bottino di oltre 4000 euro e fuggendo poi con il complice a bordo di una moto di grossa cilindrata.

Appena una settimana dopo, la sera del 22 marzo, la scena si ripeteva al “Carrefour” di via Fereggiano 153 R. La rapina non si consumava solo per la ferma opposizione della cassiera dell’esercizio commerciale, che rifiutava di aprire la cassa.

Gli uomini della Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile avviavano immediatamente una serrata attività investigativa, che permetteva di individuare il motoveicolo ed il probabile “covo” dei rapinatori.

Dall’incessante predisposizione di mirati servizi di osservazione e controllo si sviluppava l’intervento conclusivo dell’indagine. Lo scorso mercoledì pomeriggio, infatti, i “Falchi” della Squadra Mobile arrestavano N.P., 31enne originario di Bergamo, sorpreso subito dopo aver rapinato nuovamente il supermercato “DORO” di via Piero Pinetti 26R, già colpito lo scorso 14 marzo.

A seguito della perquisizione, disposta dal Pm titolare dell’indagine, presso il “covo” all’interno del quale si nascondeva G.P., 35enne romano, autore materiale delle rapine commesse nel mese di marzo, quest’ultimo veniva sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. L’attività consentiva il rinvenimento della motocicletta, dei caschi e di diversi altri oggetti utilizzati per commettere i delitti.

Dal prosieguo delle investigazioni emergeva un insolito retroscena: i due rapinatori, soggetti tossicodipendenti e senza fissa dimora, avevano bisogno di ingenti quantità di denaro per l’acquisto di stupefacenti, ma anche e soprattutto per pagare i rituali esoterici di un santone.

A seguito del fermo il Gip, su richiesta del Pm coordinatore delle indagini, ha convalidato e disposto misura cautelare in carcere per entrambi.

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