Genova – Si è svolta, ieri pomeriggio durante la seduta consiliare del Municipio V Valpolcevera, la discussione della mozione (QUI il testo) presentata dal Gruppo Consiliare “Chiamami Genova” sul declassamento dei consultori della ASL 3 Genovese.
Un confronto che prende le mosse dalla petizione (QUI il testo) che il Coordinamento Valpolcevera per la Difesa dei Consultori e della Sanità Pubblica ha presentato al Presidente del Municipio, Federico Romeo, e al Presidente della Commissione Terza “Servizi alla Persona”, Marco Briganti.
Assente alla discussione, anche se invitata, Franscesca Fassio, Assessore del Comune di Genova alle Politiche educative e dell’istruzione, Politiche socio-sanitarie e alla Casa.
La petizione
Si legge nella petizione che durante le audizioni dei cittadini in sede di Commissione Terza del Municipio V, il 7 maggio scorso, questi hanno manifestato serie preoccupazioni per il declassamento dei consultori, soprattutto tenuto conto che il Distretto 10 Valpolcevera e Valle Scrivia ha caratteristiche particolari per estensione geografica e per la presenza di molti insediamenti decentrati.
Non solo, esso presenta indicatori economici e sociali che segnalano un forte disagio e che occorre tenere in considerazione per un intervento efficace e inclusivo in un territorio complesso dove si registrano il reddito medio più basso di Genova, il più alto tasso di disoccupazione e un altrettanto elevato tasso di abbandono scolastico.
Alla luce di queste considerazioni, la petizione chiedeva al Consiglio Municipale di farsi portatore presso le sedi istituzionali competenti dell’importanza del mantenimento dell’assetto attuale dei consultori e della necessità, in caso di una qualunque riorganizzazione, di implementare le piante organiche al fine di rispondere in modo più adeguato alle esigenze delle fasce deboli della popolazione, nello spirito della legge 405 del 1975 istitutiva dei consultori.
Con l’aggiunta di queste due richieste, inserite negli emendamenti presentati dal M5S in Consiglio Municipale (QUI gli emendamenti), la Commissione Terza ha integrato la mozione del Gruppo Consiliare “Chiamami Genova” che è stata approvata a maggioranza (17 favorevoli), con il voto contrario della Lega (2) e l’astensione di Forza Italia (4).
Ma cos’è il declassamento dei consultori?
Con il piano organizzativo aziendale di A.Li.Sa., l’Azienda Sanitaria della Regione Liguria nata nel 2016 in sostituzione di Ars, la Regione ha deciso di ristrutturare i consultori con una riforma che li trasforma da unità complesse a unità semplici. Questo prevede che non ci sia più una dirigenza unica e che i servizi offerti siano smembrati fra tre diverse strutture ASL, due delle quali propriamente ospedaliere: il Dipartimento Prevenzione, il Dipartimento Materno-Infantile, il Dipartimento Salute Mentale.
Per fare un esempio: la Neuropsichiatria infantile sarà demandata alla Salute Mentale, un servizio ospedaliero già ridotto ai minimi termini.
Inoltre, saranno scorporate le attività riabilitative, mentre altri servizi, come la pediatria consultoriale, spariranno.
[vc_video title=”L’ipotesi di A.Li.Sa” link=”https://youtu.be/0ck0D42g_go”]
La parola al Coordinamento Valpolcevera
Molto critico su queste misure il Coordinamento, il timore è che i consultori vengano svuotati dei servizi fondamentali per dirottare le famiglie verso i privati.
Precisa Rossana Aluigi: “Tutto questo comprometterà la continuità dell’intervento e comprometterà anche quella presa in carico globale della persona per cui, chi accede al consultorio, non viene necessariamente medicalizzato”.
Non solo: “Un altro rischio del declassamento a struttura semplice è che sarà sufficiente un atto del dirigente sanitario per modificare anche l’operatività dei lavoratori“, continua Aluigi facendo riferimento alle nuove possibilità di utilizzo degli operatori, liberamente, per far fronte a emergenze o vuoti di personale.
“Questo è deleterio per i consultori che sono strutture già in apnea a causa della carenza di personale”, conclude Aluigi.
[vc_video title=”Rossana Aluigi, Coordinamento Valpolcevera per la Difesa dei Consultori e della Sanità Pubblica” link=”https://youtu.be/E8rSXMlMIlM “]
La replica della Regione
Di diverso avviso Sonia Viale, Vicepresidente e Assessore alla Sanità di Regione Liguria, che, nella nota stampa relativa all’incontro tra i capigruppo e una rappresentanza del collettivo “Non una di meno”, del sindacato Si Cobas e del Coordinamento Valpolcevera, difende la riforma e fa sapere che: “Il progetto di Regione Liguria e Alisa intende restituire ai Consultori le funzioni che sono proprie di queste strutture, potenziandole, in modo che le mamme, le famiglie e i bambini possano trovare davvero tutte le risposte di cui hanno bisogno. È un obiettivo che vogliamo raggiungere applicando un modello già applicato da 20 anni in altre regioni, come Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna o Toscana e che vogliamo realizzare anche qui in Liguria perché ha dimostrato di funzionare”.
Poi, a chi accusa la Regione di voler privatizzare o smantellare i consultori, risponde: “Assolutamente non è così. Nel Piano Socio Sanitario approvato a dicembre è previsto un apposito capitolo dedicato ai Consultori che quindi nessuno vuole chiudere: chi afferma il contrario fa allarmismo, alimentando preoccupazioni che non hanno fondamento”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.