In arresto l’ex direttore del carcere di Bergamo. Pesanti le accuse: corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, falso ideologico, truffa ai danni dello Stato.

Misure cautelari anche per il comandante e un commissario della polizia penitenziaria, il dirigente sanitario del carcere e due imprenditori

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Bergamo – Militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Bergamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bergamo, dott.ssa Lucia Graziosi, nei confronti dell’ex Direttore del Carcere di Bergamo e di altri cinque indagati.
Si tratta del Comandante e di un Commissario della Polizia Penitenziaria di Bergamo, quest’ultimo distaccato presso il Carcere di Monza, del Dirigente Sanitario del Carcere del capoluogo orobico e di due imprenditori di Urgnano (BG), tutti finiti agli arresti domiciliari.
Pesanti le accuse che vanno dalla corruzione, alla turbata libertà degli incanti, al peculato, al falso ideologico, alla truffa ai danni dello Stato.

Il provvedimento scaturisce da una complessa e articolata attività investigativa, coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Bergamo, Dottoressa Maria Cristina Rota e Dottor Emanuele Marchisio, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Clusone con la collaborazione di personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Bergamo. Le indagini nascono per far luce sul trattamento carcerario “di favore” garantito ad un imprenditore arrestato, nell’aprile 2017, dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di indagini collegate alla realizzazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’arrestato, ristretto nella circostanza presso il carcere di Bergamo, aveva di fatto evitato il regime carcerario ordinario, fruendo di un lungo ricovero presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, grazie a certificazioni mediche attestanti un grave shock emotivo che non risulta che il detenuto avesse effettivamente subito.

Le indagini, oltre a far emergere il presunto coinvolgimento nella vicenda, tra gli altri, dell’attuale Comandante della Polizia Penitenziaria di Bergamo, hanno consentito di fare luce anche su numerose altre condotte illecite, quali:
-false attestazioni sanitarie finalizzate a far ottenere benefici economici (pagamento

licenza non fruita all’atto del pensionamento, trattamenti privilegiati di quiescenza, riposo medico per patologie inesistenti e concordate) all’ex Direttore del Carcere, da pochi giorni in pensione;

  •  ulteriori false attestazioni relative a vicende che hanno interessato alcuni detenuti;
  • corruzione connessa alla stipula di contratto di fornitura, in esclusiva, di distributori

automatici di alimenti, bevande e tabacchi all’interno della casa circondariale di Monza;

  • distrazione di personale in servizio della Polizia Penitenziaria e di materiali vari, di proprietà dell’Amministrazione e in deposito presso la locale Casa Circondariale, per

lavori di ristrutturazione dell’appartamento privato dell’ex Direttore del Carcere;

  • utilizzo di personale della Polizia Penitenziaria in servizio, di veicoli dell’Amministrazione nonché di materiale del Carcere di Bergamo, per esigenze private dell’ex Direttore e di altri funzionari di Polizia Penitenziaria;
  • assunzione clientelare di personale presso la casa circondariale di Bergamo.

Sono 27 le persone complessivamente coinvolte nelle indagini, che oggi hanno avuto un’importante svolta con l’esecuzione dei sei provvedimenti di arresto, nei confronti dei principali indagati e di numerose perquisizioni da parte dei Carabinieri e dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo, in collaborazione con personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, presso le Case Circondariali di Bergamo e di Monza e nelle abitazioni e uffici degli indagati.

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