Genova – Gavino Lai, anima storica del Quartiere Diamante, ripercorre la sua vita e il suo impegno a Begato da quando, nel 1984, è arrivato alla Diga rossa con altre 276 famiglie, deportate da quella Genova in emergenza abitativa che aveva pensato bene di radere al suolo via Madre di Dio.
“La parola periferia non mi piace. Forse quella di Los Angeles possiamo chiamarla periferia, la nostra chiamiamola quartiere. Con tutti i suoi pregi e i suoi difetti”.
È un lungo sfogo quello di Lai dal palco del convegno “Pensare la città nel mondo globale”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio proprio al PalaDiamante. Un lungo sfogo che non risparmia nessuno: “L’unica periferia che conosco è nei palazzi di via Garibaldi, di piazza De Ferrari, di via Fieschi, dove le istituzioni si sono allontanate dalla città”.
Ne ha davvero per tutti e infatti, rivolgendosi ai relatori che lo hanno preceduto, Lai sentenzia: “Vede professore, scienziato politico e via di seguito… La periferia la inventano quelli che hanno studiato. Arrivando nella Grande Genova c’è scritto Genova Ovest, Est, Ponente… Non c’è scritto periferia”.
E ancora: “Ne abbiamo avuti tanti di architetti che sono venuti qui a Begato ma sappiatelo, i veri architetti sono quelli che stanno nelle istituzioni perché sono loro ad architettare certi modi di vita, sono loro che mettono i disagi tutti insieme e ne fanno un serbatoio di problemi”.
Poi ricorda le parole del preside di Bolzaneto quando, a Begato, si voleva costruire una scuola: “Vogliamo costruire un ghetto, mi ha detto il Preside. Ho risposto che il ghetto era dove viveva lui, che il ghetto ce lo aveva nel suo cervello“.
Infine, conclude rivolgendosi ancora alle istituzioni: “Non mi possono chiudere la bocca dicendo che mancano i fondi” e poi lancia una frecciata alla Commissione Parlamentare Periferie, che ha visitato Begato lo scorso settembre: “Pensate un po’, con mezz’ora di cammino in ogni quartiere, cosa possono aver capito. Complimenti”.
Simona Tarzia
Simona Tarzia e Fabio Palli hanno collaborato alla realizzazione di DigaVox , il docu-film sull’emergenza abitativa alle Dighe di Begato.
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.