Bordighera: il neo consigliere va al funerale del boss, ma il Sindaco minimizza e il caso diventa un’interpellanza

Bordighera, Imperia – Voti e ‘ndrangheta. Un malcostume presente in terra di Liguria dai tempi del “caso Teardo”, la prima inchiesta in cui è stata applicata la Legge Rognoni-La Torre fuori dalle regioni storiche di mafia, ma al quale i politici nostrani sembrano prestare poca attenzione.
E così può accadere che un consigliere comunale partecipi ai funerali del capo del locale di Ventimiglia, Giuseppe “Peppino” Marcianò, arrestato nel 2012 nell’ambito dell’operazione “La Svolta” e condannato in appello a 15 anni e 4 mesi per associazione di tipo mafioso (articolo 416-bis del Codice penale).
Stiamo parlando di Walter Sorriento, agente della Polizia Locale di Ventimiglia e neo eletto consigliere comunale della lista di maggioranza “Bordighera vince. Ingenito Sindaco”.
Lo inchiodano gli scatti di Christian Abbondanza, blogger antimafia della Casa della Legalità Onlus, che sui social denuncia: “Bordighera è terra di ‘ndrangheta e di omertà politica. Non da oggi”.

Una leggerezza non da poco per chi dovrebbe rappresentare le istituzioni, eppure pare che non la pensi così il nuovo Sindaco, Vittorio Ingenito, che replica di non voler intervenire “per il momento, in vicende che riguardano la sfera personale”, sottolineando che il casellario giudiziario di ogni singolo candidato della sua lista è risultato nullo.

Non si fa attendere la reazione dell’ex Sindaco Giacomo Pallanca, oggi consigliere comunale della lista “Progetto Bordighera”, che ha presentato una mozione in discussione domani: “Ci aspettiamo una risposta chiara dal Sindaco. Non si può liquidare come questioni personali la presenza del consigliere al funerale di una persona conosciuta alle forze dell’ordine, conosciuta alla magistratura e condannata per 416-bis”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Partito Democratico che ha chiesto al Sindaco “se riterrà opportuno prendere iniziative in merito”, precisa Renzo Donzelli, Segretario del PD Bordighera, che aggiunge: “Abbiamo ottenuto una risposta insoddisfacente, porre la questione in termini giudiziari (l’argomento del casellario, N.d.A.) non coglie la questione. Noi non abbiamo rappresentanti in Consiglio Comunale ma io auspico che tutto il partito, nell’ambito del territorio imperiese, avrà a cuore questo tema”, e poi dà il suo appoggio a Pallanca: “Riteniamo che la cosa vada affrontata nei luoghi istituzionali e dunque ha fatto bene il Sindaco uscente Pallanca a fare una puntuale interpellanza sulla questione”.

Un problema che non è nuovo per Bordighera.
Nel 2011 il Comune, Giunta Bosio, viene sciolto per  infiltrazioni mafiose dall’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni.
Nel 2012, sempre l’operazione “La Svolta”, aveva ipotizzato  la presenza di un locale di ‘ndrangheta nella città delle palme, afferente al presunto clan Pellegrino-Barilaro, e ad oggi c’è una sentenza di Cassazione (vedi QUIche annulla le assoluzioni pronunciate dalla Corte d’Appello di Genova per Antonio Barilaro e i tre fratelli Pellegrino, cioè Giovanni, Maurizio e Roberto, imponendo un procedimento di appello-bis che si aprirà il 10 luglio prossimo, e confermando per gli imputati la confisca dei beni (vedi QUI).

“Una pagina molto dolorosa per la città di Bordighera”, racconta Pallanca che subito dopo esprime tutta la sua amarezza: “Dispiace che dopo cinque anni di progettualità, si torni a parlare di Bordighera per questioni legate alla malavita e alla mafia”.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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