#Genovameravigliosa perde un pezzo

Genova – Le dimissioni di Elisa Serafini arrivate così, improvvise, a tratti drammatiche, hanno polarizzato l’attenzione della città tutta, ma hanno fatto sorgere, in noi almeno, un piccolo interrogativo.  I Serafini-boys, i  suoi fan, sostenitori, adulatori, i politici periferici della sua corte, gli aspiranti organizzatori di eventi ,che fine faranno adesso?
Tra le altre cose, stamattina, il nostro Direttore Paolo de Totero, attento lettore “social”, ci ha fatto notare come un popolare “influencer” abbia scritto del PD in maniera un po’ più serena del solito. Che si tratti di un ritorno “in ditta” dopo aver lambito il confine della barricata?

Per chiuderla in poesia, approfitto della creatività del nostro Direttore:

“ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole
ed è subito Sera…fini”

Ma tornando alle cose importanti, la politica si è accorta delle Dighe di Begato. È bastato un film, DigaVox,bello e ben realizzato dal regista Ugo Roffi, per destare dal torpore i politici genovesi che quel pezzo di città lo avevano completamente abbandonato. Nel giro di pochi mesi la passerella l’hanno fatta proprio tutti, d’altronde, le prossime tornate elettorali sono le Europee e le Regionali e sui quartieri collinari il cappello lo vorranno mettere tutti. Rimane la gente, quella che non può permettersi altro che vivere in un contesto di degrado,  che spera di essere nei pensieri della politica , che crede nelle promesse, che applaude, protesta, pretende con educazione, cerca di spiegarsi. Spesso invano.

#Genovameravigliosa sarà un progetto difficile da realizzare e noi speriamo che questo Sindaco riesca a farcela, ma vorremmo anche che si considerassero  seriamente le cose.  La Rinascente chiuderà i battenti tra qualche mese, Trony ha chiuso, Asg Superconductors in grave difficoltà e poi, Ericsson, Carige e centinaia di altre piccole imprese commerciali della città.  È l’effetto della globalizzazione, di internet, del mondo che cambia. Ma i proclami, le promesse, l’ottimismo a buon mercato, creano tifosi ma non arrestano il declino. Prevedere 30000 posti di lavoro, l’aumento demografico, dare cifre mirabolanti,  rischia di provocare scivoloni politici e questa città non ne ha bisogno.
Un po’ di sobrietà aiuterebbe  anche i cittadini a valutare con obiettività la situazione.

fp

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