Non c’è pace per Norcia e dintorni e la voglia di tornare alla normalità, ancora una volta, si scontra con una burocrazia cieca e rigida. Dopo il caso della struttura polifunzionale “Casa Ancarano” e del Centro Polisportivo Boeri di Norcia, poste sotto sequestro dalla Magistratura di Spoleto, perché realizzate con la normativa emergenziale post terremoto invece di quella ordinaria, anche l’area di sosta camper a Campi di Norcia, che fa parte del progetto Back to Campi dell’attivissima Pro loco, è stata “sigillata” dai Carabinieri forestali. Non sono chiare al momento le contestazioni che vengono mosse a Roberto Sbriccoli (Presidente della Pro loco) che comunque nelle ultime ore ha incassato moltissimi attestati di solidarietà da tutta Italia, per quanto accaduto. Tutto verterebbe intorno all’assenza di permessi che la Pro loco non ha mai ottenuto dal Comune di Norcia, nonostante il terreno sia fruibile da oltre un anno. Il verbale di sequestro è stato trasmesso al pm Gennaro Iannarone e il legale di Sbriccoli, l’avvocato Francesca Passarini, valuterà il da farsi: “In tutto quello che ho fatto nella mia vita ci ho messo sempre la faccia, e a maggior ragione da dopo l’evento sismico che ha cambiato la nostra vita – dice Sbriccoli – ci siamo affidati ad un legale speranzosi che questa cosa possa presto sgonfiarsi”. Certo è che ancora una volta si rema contro la voglia di rinascere e di ripartire di una Comunità che non ha ceduto alla tentazione di lasciare un territorio meraviglioso e difficile come quello del cratere sismico umbro. Ancora una volta si evidenzia la distanza tra la vita reale e chi dovrebbe amministrarla. Chiudo con le parole di Sandro Baldoni, regista del premiatissimo docufilm ‘La Botta Grossa’, che ha raccontato il progetto di rilancio dei territori terremotati: “La motivazione è che “non ci sono i permessi”. Back to Campi è un’iniziativa economica nata dal basso perché “dall’alto” nessuno faceva (e continua a fare) un beato nulla. Con Roberto Sbriccoli, presidente della Pro Loco Campi, abbiamo girato l’Italia e l’Europa (ma anche il Canada e presto gli Usa) per raccontare questo modello unico di microeconomia che può funzionare in caso di catastrofi naturali. Mi chiedo, semplicemente: possibile che in questo paese funzioni sempre tutto al contrario?”.
MM
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