Genova – Sono dodici, in città, le aziende a Rischio di Incidente Rilevante (RIR). Bombe a orologeria piazzate in contesti altamente urbanizzati, a pochi metri dalle case… Tutto “Entro i limiti di legge”?
È la domanda che L’Altra Liguria, lunedì sera a Multedo, ha posto in maniera provocatoria per animare l’incontro che avrebbe spiegato la necessità di applicare la normativa Seveso anche alle infrastrutture che, dalle aziende RIR, trasportano in giro per il Paese materiali pericolosi.
Sta per scadere, infatti la possibilità di firmare la petizione (vedi QUI) che l’associazione inoltrerà al Presidente della Camera, Roberto Fico, per chiedere al Parlamento uno strumento che imponga prescrizioni molto più restrittive di quelle vigenti in materia di manutenzioni e messa in sicurezza delle infrastrutture critiche.
Uno strumento facile da ottenere.
Basterebbe interpretare in maniera estensiva la normativa Seveso, appunto.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.